Cantiere Uomo Mondo – effetto moltiplicatore

1200 ragazzi coinvolti nei cantieri per l’Unità che hanno colorato l’Italia nel mese di luglio in Veneto, Piemonte, Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Sardegna, Abruzzo, Sicilia. Una rete planetaria, connessa con Argentina e Croazia. Una città non basta davvero!
RpU cantieri

Il selfie con la signora Maddalena nella residenza per anziani nei Castelli Romani; le attività con i giovani migranti sulle coste siciliane a Rosolini; l’ulivo della pace e il murales nel parco comunale, i muri ridipinti di scuole e zone abbandonate della città. I giorni a Sassello nella città di Chiara Luce Badano. Sono alcune delle immagini-simbolo dei Cantieri dei Ragazzi per l’Unità che hanno colorato l’Italia nel mese di luglio: Veneto, Piemonte, Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Sardegna, Abruzzo, Sicilia. E oltre 1200 sono stati i ragazzi coinvolti e impegnati nelle più svariate attività, anche oltre confine.


Una rete che ha avuto come evento centrale il Cantiere in Argentina, espressione di una presenza capillare dei Ragazzi per l’Unità su tutto il pianeta.


In Italia i cantieri si chiamano Big Bang, Stop’n Go, Rainbow Camp, Rome in progress, Life Love Light, Work together for peace [agli italiani piace l’inglese!] … tutti nomi che dicono anche la fantasia dell’adolescenza, ma con un obiettivo chiaro: vivere la Regola d’Oro – Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te -, estenderla a quante più persone possibile, coetanee o meno, e di qualsiasi riferimento religioso o culturale, e con questo potente strumento, prendere in mano città, paesini, campagne, luoghi in cui esprimere la forza e la gioia di un rinnovamento. Anche con un cantiere itinerante (a piedi) da Arezzo a La Verna!


E poi il tocco internazionale: i ragazzi del nord Italia in trasferta in Croazia in un vero e proprio campo di lavoro. 700 chili di prugne raccolte in un frutteto di Krizevci, distribuzione di materiale scolastico come sostegno alle famiglie più disagiate.
Per tutti, gioia contagiosa nello stare insieme, e nell’andare verso gli altri: nei centri con persone diversamente abili, nelle case di riposo, negli asili. E momenti di riflessione: l’adolescenza e le dipendenze, l’amicizia e la fiducia, la legalità…

Le autorità cittadine sono trascinate in quest’onda, dove non la promuovono in prima persona. A Bra, sindaco ed assessori, si sono fermati con i ragazzi alle ore 12 per il Time Out per la pace.


Sono invece 70 i ragazzi italiani che hanno oltrepassato l’Oceano per raggiungere i 500 del Cantiere Uomo Mondo. “È passato troppo in fretta – racconta Sara di Anagni, al ritorno dalla fredda estate argentina -. Cosa mi è rimasto? Nonostante le difficoltà della lingua e la nostra diversità, ci accomuna un grande ideale. Siamo tutti cambiati. Ognuno vive la città, la politica, la propria vita da una prospettiva diversa”.


Il gruppo del Centro Sud aveva cominciato a sentirsi già prima della partenza. Poi insieme sono andati a Mendoza (Argentina Sud), sperimentando l’accoglienza della comunità del posto. “A Mendoza mi ha colpito la gente, la povertà toccata con mano – continua Sara -. Ci siamo addentrati in questa povertà, ma abbiamo anche imparato. In un quartiere molto povero abbiamo ripulito, realizzato un mosaico e ridipinto l’unica aula della loro scuola”. Non sono mancate le disavventure, come per il gruppo di Trento fermo 2 giorni in aeroporto e ancora in attesa delle valigie.


«Un cantiere che non finisce mai – scrivono l’ultimo giorno dalla pagina Facebook che ha collegato tutti gli eventi – . Ci ha lasciato la certezza che il “che tutti siano uno”, il sogno di Gesù, la fraternità universale, si avvererà. Grazie a tutti!».
 

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