Canali dell’amore di Dio

A proposito dell’articolo “Per una nuova stagione” di Aurelio Molè, apparso sul n. 11/2010.

Uno come me «Sulle scalinate di piazza di Spagna, ero capellone, conobbi un missionario, vestiva come me. Mi regalò un piccolo libricino, un Vangelo che presto sostituì un altro che avevo: i pensieri di Mao. Leggerlo fu sconvolgente, vedevo che parlava della mia vita. Arrivato a Zaccheo mi sono sentito il dito puntato contro: chi? Proprio io? Devo scendere dall’albero? Sì, proprio tu, e il prezzo era la vita. Allora lasciai tutto e andai a vivere a Marino in una comunità di giovani che volevano vivere il Comandamento nuovo 24 ore su 24. E lì ho trovato il tesoro».

Giorgetto Lunadei

 

Comunione «Don Emilio: grazie a lui la porta della canonica era sempre aperta a tutti, ciascuno, accolto e amato personalmente, si sentiva a casa. Una volta, dopo aver sorpreso un ladro nel giroscale, lo ha convinto a sedersi in cucina per bere un bicchiere di vino e scambiare due chiacchiere. E don Josko: amava lo studio e la tranquillità, eppure superando la sua indole ha coinvolto noi giovani nel preparare incontri e campeggi per i più piccoli, valorizzando le nostre capacità. La nostra priorità non era tanto organizzare, ma leggere un brano del Vangelo, ricavarne uno spunto concreto di vita e, la volta successiva, raccontarci le esperienze fatte cercando di metterlo in pratica. Lui era sempre il primo a iniziare, mai avevo sentito un sacerdote condividere la propria vita. Ringrazio tutti i sacerdoti che, attraverso la loro vita, sono canali dell’amore di Dio per gli uomini e contribuiscono a fare della Chiesa una “casa e scuola di comunione”».

Danila Degasperi

 

Scoperta «Ero in un momento difficile per molti interventi chirurgici. Peggioravo sempre più, mi sentivo inutile e di peso a tutti. Non riuscivo ad accettare la realtà, avevo il timore di rimanere invalida per tutta la vita al punto che ho pensato di farla finita. Don Rino mi ha fatto scoprire Dio amore, che fino ad allora conoscevo solamente come giudice. Dopo la prima confessione e molte notti insonni sono rinata, non mi sono mai più chiesta il perché del dolore. Perché con il dolore accettato, offerto per amore, si rinasce a vita nuova».

Sabina

 

Condivisione «Il periodo trascorso con don Francesco ha arricchito la nostra vita, soprattutto nei momenti di difficoltà. Quanti colloqui personali con lui, sempre pronto all’ascolto e alla condivisione nel donarci il suo amore fraterno. Riuscivamo a parlare con estrema sincerità della nostra vita, delle nostre famiglie di origine, dei nostri stati d’animo. Alla fine ne uscivamo sempre rinfrancati, rasserenati e consolati. Pur essendo giovane, abbiamo scoperto in lui una fede autentica, viva, coerente, testimonianza reale ed efficace di Parola vissuta».

Luisa ed Enzo Lavalle

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