Campioni dello sport e campioni della vita

Un tennista interrompe la finale della coppa Davis per occuparsi di una ragazzina colpita dalla palla. Una squadra di calcio chiede di assegnare la coppa Sudamericana ai suoi avversari scomparsi in un incidente aereo. Quando il bello fa capolino tra le nuvole dell'arrivismo e delle tragedie.
Juan Martin del Potro

Ci sono gesti che dicono molto delle persone. Domenica l'Argentina ha vinto, finalmente, la Coppa Davis. Dopo aver perso ben quattro finali, gli argentini sono riusciti ad impossessarsi della famosa "insalatiera". Dunque una finale da giocare concentrati, senza dar quartiere alla ostica Croazia.

 

Ma qualcuno ha invece avuto la nobiltà di dimostrare al mondo che la vita è ben più che una coppa e tanti soldi. Mentre affrontava il suo rivale croato, Marin Cilic, l'argentino Juan Martin del Potro si è accorto che la palla scagliata dal suo avversario aveva colpito una delle ragazze raccattapalle disposte intorno al campo. La ragazzina, con visibile stoicismo, non si era mossa dal suo posto. Ma l'argentino ha interrotto il gioco, le si è avvicinato ed ha chiesto che fosse sostituita. A tutto c'è un limite e non sempre lo show deve continuare. Una ovazione ha sottolineato il gesto umano di questo campione dello sport e della vita. 

 

Ieri mezza America Latina si è svegliata con la tragedia del disastro aereo nel quale è perita praticamente una intera squadra di calcio brasiliana, a molti sconosciuta, il Chapecoense. Il volo nel quale viaggiavano i giocatori è precipitato presso Medellín, in Colombia, dove il locale Atlético Nacional e il Chapecoense avrebbero disputato la prima finale della coppa Sudamericana. Degli 86 tra passeggeri ed equipaggio dell'aereo si sono salvati appena sei persone. Una tragedia.

 

Squadra di provincia, Il Chapecoense, si era affacciato da pochi anni alla serie A brasiliana facendosi rispettare. In coppa Sudamericana aveva umiliato squadre blasonate come l'Independiente dell'Argentina. Nel frattempo, nel mare di dolore che avvolge famiglie delle vittime e tifosi, il gesto dei rivali, l'Atletico Nacional che ha chiesto che il Chapecoense sia dichiarato vincitore della Sudamericana.

 

Certo, forse è momento in cui si pensa ad altro. Ma intanto il gesto cavalleresco dice che si può essere nobili anche quando si gareggia per essere i migliori. Sono questi i campioni che vogliamo celebrare ed amare: i ragazzi dell'Atletico Nacional o i vari Del Potro. Gente che sa dare tutto di se, ma che sa ed insegna che non sono il centro del mondo, anche se spesso lo rendono più bello. Sotto tutti i punti di vista.

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