“Campi nomadi contro i diritti umani”
«Il superamento dei "campi nomadi" si può e si deve fare: noi riteniamo che i campi siano stati e continuino a essere oggi il principale fattore di ghettizzazione e, allo stesso tempo, quasi un incentivo ai processi di autoghettizzazione». Parla Luigi Manconi, presidente della Commissione diritti umani del Senato della Repubblica, a cui abbiamo chiesto come si può intervenire per evitare un assistenzialismo inutile e inefficace, attraverso percorsi di inclusione sociale. Una necessità sociale, considerando le condizioni in cui versano tali strutture e le discriminazioni che colpiscono chi vi abita.
«Intorno ai campi nomadi – aggiunge Manconi – si addensa quella mobilitazione ostile che produce discriminazione e ancor prima segregazione ed è per questo che riteniamo che, con grande fatica, con politiche coraggiose e razionali», il primo passo da fare sia puntare all'integrazione.
La minoranza Rom e Sinti, spiega il presidente della Commissione diritti umani del Senato, «rappresenta da alcuni decenni il principale bersaglio dell'ostilità popolare e nella classifica dell'odio sociale occupa costantemente i primi posti. Questa tendenza negli ultimi tempi si è fortemente accentuata e tale minoranza è diventata oggetto di un vero e proprio processo di criminalizzazione che pende all'ostracismo».
All'opposto ci sono invece le buone politiche. Le buone prassi, assicura Manconi, «come sta accadendo ad Alghero, cominciano finalmente a dimostrare che quello che sembrava un tema intrattabile e irrisolvibile può invece, grazie ad amministrazioni intelligenti, essere oggetto di un'azione di governo e produrre risultati positivi, certamente parziali, tra mille difficoltà, ma senza dubbio positivi».