Il cammino della fraternità
È stato accolto con stupore ed entusiasmo il recente annuncio della pubblicazione dell’Enciclica “Fratelli tutti” sulla fraternità e l’amicizia sociale. Il titolo del documento trae spunto dagli scritti di San Francesco: «Guardiamo, fratelli tutti, il buon pastore che per salvare le sue pecore sostenne la passione della croce» (Ammonizioni, 6, 1: FF 155). Papa Francesco lo firmerà il 3 ottobre ad Assisi, dopo avere celebrato la messa presso la tomba del santo.
Un evento privato, senza la partecipazione dei fedeli a motivo della situazione sanitaria, ma destinato ad avere una risonanza a livello mondiale: in un momento storico in cui prende forza la tendenza ad erigere muri e a chiudersi dentro i propri confini, papa Francesco ribadisce le ragioni della fraternità universale che non è utopia, ma percorso possibile per il futuro dell’umanità. Una fraternità che vive nel rispetto delle differenze e nella responsabilità verso l’altro è il fil rouge del pontificato di papa Francesco. Alla base c’è la convinzione che l’uomo realizza la propria umanità nella comunione della fraternità universale, che si struttura nel mondo attraverso le istituzioni sociali, politiche ed economiche.
Già nel 2013, nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, Francesco parla della «fraternità mistica», una dimensione tutt’altro che disincarnata, che «sa guardare alla grandezza sacra del prossimo, che sa scoprire Dio in ogni essere umano, che sa sopportare le molestie del vivere insieme aggrappandosi all’amore di Dio, che sa aprire il cuore all’amore divino per cercare la felicità degli altri come la cerca il loro Padre buono» (EG, 92).
In linea con il Magistero dei suoi predecessori papa Francesco, partendo dai principi della Dottrina Sociale della Chiesa, parla all’uomo di oggi, alla società, al mondo del lavoro, invitando tutti a rispettare la dignità e i diritti fondamentali dell’uomo. La fraternità deve essere il principio regolatore dell’ordine economico. Da qui l’appello a sanare la dicotomia che negli anni ha impoverito la società: credere che si possa progredire tenendo separate efficienza e fraternità.
«La fraternità è una dimensione essenziale dell’uomo, il quale è un essere relazionale», ricorda papa Francesco nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2014 dal tema: Fraternità, fondamento e via per la pace. Essa va costruita a partire dalla famiglia, che «è la sorgente di ogni fraternità, e perciò è anche il fondamento e la via primaria della pace, poiché, per vocazione, dovrebbe contagiare il mondo con il suo amore». Dal nucleo familiare, poi, lo sguardo si allarga fino a comprendere l’intera famiglia umana: «Una vera fraternità tra gli uomini suppone ed esige una paternità trascendente. A partire dal riconoscimento di questa paternità, si consolida la fraternità tra gli uomini, ovvero quel farsi “prossimo” che si prende cura dell’altro».
La cura del prossimo, della casa comune, la crescita dello «sviluppo umano integrale», sono i grandi temi dell’enciclica Laudato Sì, un richiamo a cercare modelli di sviluppo che non mortifichino la dignità dell’uomo a vantaggio del profitto, ma che favoriscano la crescita di entrambi. Infatti, «tutto è in relazione, e la cura autentica della nostra stessa vita e delle nostre relazioni con la natura è inseparabile dalla fraternità, dalla giustizia e dalla fedeltà nei confronti degli altri», ricorda Francesco (LS, 70). Il poverello di Assisi ne è l’esempio per eccellenza, perchè «manifestò un’attenzione particolare verso la creazione di Dio e verso i più poveri e abbandonati» (LS, 10) .
San Francesco aveva intuito che il dialogo è lo spazio della missione, che l’identità cristiana sa confrontarsi con gli altri senza rinunciare alla propria storia e tradizione e ancora oggi il suo messaggio è attuale. È possibile il dialogo tra le religioni, che trova la sua ragion d’essere nel dialogo di Dio con l’umanità. Per questo, 800 anni dopo l’incontro tra S. Francesco e il sultano Malik al- Kāmil, il papa ha intrapreso il viaggio Apostolico negli Emirati Arabi Uniti nel corso del quale, il 4 febbraio 2019, papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar Ahamad al-Tayyib hanno firmato il Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune .
Preghiera, dialogo, solidarietà sono le armi vincenti contro ogni genere di guerra e di violenza; la pace, la fratellanza sono cammini da percorrere e costruire insieme. «Artigiani della fraternità»: così il papa ha definito i componenti del Comitato Superiore per l’attuazione dello storico Documento e li ha incoraggiati a dare origine a una nuova politica mondiale, «non solo della mano tesa, ma del cuore aperto».
Cosa ci attende ora? Quali orizzonti si apriranno dopo la pubblicazione della nuova Enciclica? Nel cuore di ognuno «alberga il desiderio di una vita piena, alla quale appartiene un anelito insopprimibile alla fraternità, che sospinge verso la comunione con gli altri, in cui troviamo non nemici o concorrenti, ma fratelli da accogliere ed abbracciare» (Francesco, Messaggio per la XLVII Giornata Mondiale della pace). Saremo capaci di realizzarla?