Camminando per Mosca

Alla scoperta di un parco nella capitale russa, viali con una storia molto interessante, dal XVIII secolo a oggi

La notizia inaspettata della morte del papà di un amico mi ha spinta a fare due passi in un parco vicino. L’autunno ha colorato le foglie in un modo stupendo. Le chiome degli alberi d’oro con lo sfondo del cielo blu mi hanno aiutato a raccogliermi in mezzo al chiasso della grande città di Mosca.

Questo parco da sempre è stato per me un posto interessante e misterioso. Nei vicoli che si snodano tra alberi e cespugli passeggiano sempre persone anziane, mamme e babysitter con i bambini, giovani e adulti. I ragazzi vanno in bicicletta e sui monopattini, altri corrono o fanno ginnastica in una zona attrezzata del parco.

Ma ciò che più di tutto ha attirato la mia attenzione sono stati i monumenti e le sculture disperse su tutto il territorio. Sono venuta a scoprire che è un complesso memoriale legato alla prima guerra mondiale.

La sua storia è molto interessante. Nel secolo XVIII questo territorio, allora un villaggio fuori Mosca che si chiamava Vsekhsvyatskoe (di Tutti Santi), era proprietà dei principi georgiani. Qui, uno di questi ha costruito palazzi per le soste durante i viaggi e i soggiorni estivi con un bellissimo giardino pieno di piante rare, un’aranceria (serra invernale) e un parco in stile inglese. Con le guerre e vari avvenimenti storici il villaggio ha avuto vari proprietari e cambiato il suo aspetto.

Nel 1914 quando l’Impero russo entrò nella Prima guerra mondiale, la principessa Elisabetta Feodorovna, cognata dell’ultimo zar Nikolai II della dinastia Romanov, prese l’iniziativa di organizzare un cimitero per gli eroi caduti in guerra. I fondi, messi a disposizione dalla famiglia imperiale e dai leader politici locali, servirono per comprare il terreno alla periferia di Mosca, cioè una parte del giardino del villaggio di Vsekhsvyatskoe dominato da vecchi tigli, abeti e pini.

La principessa Elisabetta Feodorovna si prese cura dell’organizazzione del cimitero inaugurato all’inizio del 1915. Fino al 1919 sono state sepolte qui cittadini privati, tanti soldati, ufficiali, medici e le infermiere chiamate “suore di misericordia” che curavano i soldati sui vari fronti. In totale più di 17 mila defunti.

Dopo la Rivoluzione d’Ottobre del 1917, a Mosca iniziò una rivolta armata, che durò circa una settimana e terminò con l’instaurazione del potere sovietico nella città. Il 26 novembre 1917, 37 persone furono sepolte in questo cimitero, per lo più cadetti che morirono in battaglie con i bolscevichi. Colpito da questo funerale, il poeta A.N. Vertinsky scrisse il suo famoso romanzo “Quello che ho da dire”, una delle canzoni russe più conosciute contro la guerra.

Nei tempi sovietici il cimitero è stato chiuso e poi trasformato in un parco.

Sul posto dove probabilmente si ergeva la chiesa, negli anni ’50, è stato costruito un cinema: “Leningrad”. La superficie del parco è stata ridotta di parecchio e attorno sono cresciuti palazzi e nuove strade. Alle famiglie delle persone sepolte è stato proposto di spostare le tombe in altri cimiteri, ma non tutti l’hanno potuto fare. Nel territorio del parco sono stati costruiti due bar, un poligono di tiro e un rifugio antiaereo. Delle tombe e lapidi precedenti ne è rimasta solo una che si può vedere oggi: la tomba di Serghiey Aleksandrovich Schlichter, un giovane studente, infermiere, morto sul fronte della Prima guerra mondiale. Ci sono varie spiegazioni sul perché questa tomba non sia stata tolta. Una di queste dice che il blocco di granito era molto pesante da spostare. La più probabile mi sembra piuttosto un’altra: che il giovane sepolto era il figlio di uno degli attivisti bolscevichi, amico di Lenin il quale non ha dato il permesso di toccare la tomba di suo figlio.

Per tanti anni il parco è servito come luogo per passeggiare e riposarsi tra le aiuole e gli alberi in mezzo al chiasso di Mosca essendo diventato nel frattempo parte di uno dei quartieri della grande città in continua espansione. Però “la memoria è stata più forte dell’oblio”, come dicono gli autori degli articoli dedicati alla storia del parco.

Negli anni ’80, durante la Pieriestroyka, alcuni rappresentanti della società locale, e poi anche del municipio, hanno iniziato a mostrare interesse per le sorti della storica necropoli.

Nel 1998 è stata costruita la cappella dedicata alla Trasfigurazione e poi il terreno del parco ha subìto una trasformazione e oggi si chiama “Complesso del parco commemorativo degli eroi della prima guerra mondiale” come dice la scritta all’entrata. Gli abitanti del quartiere lo chiamano: “il cimitero della fratellanza”. Nel 2004 sono stati eseguiti lavori di rinnovamento e fatte varie scoperte legate alla sua funzione iniziale. Oggi possiamo vedere i monumenti, la croce e altri segni che richiamano l’attenzione di tante persone che attraversano il parco ogni giorno perché qui si incontrano quelli che passeggiano, ammirano la bellezza della natura tra i moscoviti di varie età che passano velocemente per arrivare alla metropolitana e altri posti nei dintorni.

Per il centenario dell’inizio della Prima guerra mondiale la necropoli è stata visitata dal patriarca Kirill che ha fatto una preghiera solenne per i caduti. Nella cappella della Trasfigurazione ogni giorno si elevano preghiere per i defunti. Nel 2015 in questa cappella sono state traslate le salme del principe Nikolai Nikolaevich Giovane (in quanto primo comandante delle armate russe all’inizio della guerra), di sua moglie, della famiglia imperiale, riportate in Patria dalla Francia.

Passeggiando attraverso le stradine in mezzo ai bellissimi tigli, aceri e abeti, mi chiedo quante cose avrebbero da raccontarci questi grandi alberi. Nonostante la storia molto travagliata questo memoriale ha conservato la sua bellezza e armonia e, personalmente, mi aiuta a racogliermi e ad alzare lo sguardo verso il Cielo.

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