Una camerunese “Campione della foresta”
Il Premio Wangari Maathai 2022 è stato assegnato il 5 maggio scorso dalla Collaborative Partnership on Forests (Cpf), presieduta dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), a Seoul (Corea del Sud) in occasione del 15° Congresso mondiale sulle foreste.
Il premio viene attribuito, con cadenza biennale, ad una donna che si è distinta per l’impegno di conservare, valorizzare e difendere le foreste e i loro abitanti. Le vincitrici delle passate edizioni sono state la nepalese Narayan Kaji Shrestha (2012), la messicana Martha Isabel Ruiz Corzo (2014), l’ugandese Gertrude Kabusimbi Kenyangi (2015), la brasiliana Maria Margarida Ribeiro da Silva (2017) e la burundese Léonidas Nzigiyimpa (2019).
Cécile Ndjebet, la sesta vincitrice del premio, è un’esperta in questioni relative ai diritti forestali, ed è stata premiata per il suo impegno nella promozione dei diritti della terra e delle foreste per le donne della zona Cemac (Comunità economica degli Stati dell’Africa centrale).
Maria Helena Semedo, vicedirettore generale della Fao e Presidente del Cpf ha così commentato la decisione: «Questo riconoscimento premia Cécile Ndjebet per la sua energia e il suo impegno trentennale a favore della promozione dei diritti della terra, delle foreste e delle donne. Come attivista, ha dimostrato che la partecipazione delle donne alla gestione e alla conservazione delle foreste è fondamentale per ottenere una gestione sostenibile».
La camerunese, ingegnere agricolo, ha diversi anni di esperienza nell’integrazione di genere e nei diritti delle donne in politiche, meccanismi, programmi, iniziative e processi legati alla gestione delle risorse naturali. «Questo premio – ha commentato la vincitrice – rappresenta una ricompensa per i miei sforzi degli ultimi 35 anni e una motivazione per fare di più. È anche un riconoscimento del ruolo delle donne rurali e del significato delle loro azioni». Nel suo Paese, la Ndjebet ha lavorato, tra l’altro, per la partecipazione delle donne alla gestione forestale e per la parità dei diritti alla terra e alle risorse; condizioni necessarie, secondo lei, per una migliore conservazione delle foreste.
Nella zona Cemac, quasi il 70% delle donne vive in zone rurali e dipende, almeno in parte, dalla raccolta dei prodotti forestali selvatici per il proprio sostentamento. Tuttavia, in alcune comunità, viene loro negato il diritto di possedere terreni forestali, di ereditarli alla morte del marito o persino di piantare alberi su terreni degradati. Cécile Ndjebet ha fondato nel 2001 Camerun Ecology (Cam-Eco), un’associazione che ha lavorato per informare, formare e aiutare le donne a comprendere i problemi di sostenibilità e ad essere coinvolte nella conservazione e nel ripristino delle foreste.
Nel 2009 ha co-fondato l’African Women’s Network for Community Forest Management, ed è diventata una figura di spicco in Camerun e a livello internazionale per il riconoscimento globale dell’importanza dell’uguaglianza di genere nella gestione forestale. Attualmente, l’organizzazione conta 20 paesi membri in tutta l’Africa.
Secondo il World Forest Report 2021 pubblicato dalle Nazioni Unite, il numero di persone sulla terra il cui stile di vita dipende dalle risorse forestali era di 1,6 miliardi alla fine del 2020. Ciò rappresenta il 25% della popolazione mondiale, poiché gli alberi sono una fonte importante di cibo, sostanze medicinali e materie prime. E di entrate finanziarie.
Il premio “Campioni della causa delle foreste” è stato istituito dal Cpf nel 2012 in memoria della biologa e ambientalista keniota, premio Nobel per la pace 2004, Wangari Maathai (1940-2011). Riconosce le persone che ispirano il loro impegno alla conservazione, al ripristino e alla gestione sostenibile delle foreste.
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