Cambogia: una nazione avvolta dal mistero

Cosa sta accadendo in questa nazione asiatica ? Una breve analisi per capire la strada intrapese da questo bellissimo Paese in mano a gente con pochi scrupoli
(AP Photo/Heng Sinith)

Pagode, povertà, belle auto, gente in motorino ed in bicicletta: bambini che chiedono l’elemosina, bei negozzi e signore con borse da migliaia di dollari. Molto pulman turistici che arrivano dal Vietnam, dalla Thailandia, e flotte di turisti con la macchina fotografica al collo. E tanti poveri contadini, che vedono l’acqua del Mekong River, sparire, ogni giorno, sempre di più.

Ecco alcuni flash di questo affascinante paese, che spesso noi ricordiamo per i bombardamenti dei B52, sul sentiro di Ho Chi Minh, che passanva anche dentro i confini della Cambogia, durante la fine degli anni ’60, inizi ’70.

Oggi si può trovare di tutto sulle strade della capitale, Phnom Penh. E la Cambogia è proprio questo, come un canestro che raccoglie di tutto e di più. Come ho già scritto molte volte, gli analisti della regione chiamano questo splendido paese: ‘Il nuovo Afganistan’, per l’assenza di legge, se non le più ovvie: la legge del denaro, delle armi, dellle conoscenze e dell’eleminazione fisica senza troppi scrupoli. Ogni volta che ne parlo ad amici, vedo le loro faccie guardarmi come se parlassi di un pianeta fuori dalla nostra galassia. No signori, la Cambogia è anche questo.

Hun Sen, il primo ministro cambogiano, è in ufficio dal 1985, ormai verso il record assoluto come primo ministro in carica da più anni sia in Cambogia e presto anche nel resto mondo. Tutto in Cambogia è Hun Sen: o appartiene a lui o alla sua famiglia oppure ai suoi amici. Tutto, e purtroppo tutti. Il paese è meta obbligate delle multinazionali dell’abbigliamento e delle calzature, che hanno spostato, in questi ultimi anni, molte fabbriche sia dal Bangldesh che della Cina, per portarle in questo lembo di terra, tra la Thailandia (con mano d’opera sempre più cara anche se molto qualificata) ed il Vietnam, con bassa mano d’opera ma anche poco qualificata ed attenta alla qualità del mercato medio alto.

A nord la Cambogia confina col Laos, un altro Paese satellite della regione: vien definito anche, il Laos, il “mercatino della Thailandia” quanto le aziende thailandesi, veri conglomerati industriali e finanziaria  livello mondiale, hanno fatto del Laos il proprio ‘scendiletto’, deturpandolo delle risorse naturali, abbondanti e basta un esempio:  la ricchezza idrica del paese è nelle mani di alcune aziende thai per la produzione di energia elettrica per la sempre più affamata Bangkok, con la sua vita notturna ed grandi mazazzini a grandezze da record mondiale.

Hun Sen, un tempo uno dei comandanti del famigerato Pol Pot, che guidò i Khmer Rouge in una sanguinosa guerra civile cambogiana durante gli anni ’70, contribuì anche lui ai circa due milioni di connazionali e non. Con una grande destrezza e scaltrezza politica riuscì, Hun Sen, a passare dalla parte degli avversari, i vietnamiti ed arrivare all’ambito ufficio di capo del governo, dopo le elezioni sponsarizzate dalle Nazioni Unite, alla fine della guerra. Dal 1985 fino ad oggi, la storia della Cambogia è stata molto semplice: Hun Sen ha usato ogni mezzo per togliere dal suo cammino tutta l’opposizione e fare del Paese, un suo feudo, con le buone o meno buone maniere. Un esempio: il giornale di lingua inglese, il Cambogia Daily, è stato chiuso mesi fa, per mancato pagamento di tasse: il conto da pagare era di sei milioni e trecento mila dollari di arretrati. Un modo mlto gentile per dire alla stampa: ‘’Ora basta’’. Poi, Kem Sokha, il leader dell’opposizione del governo Cambogiano, è stato accusato di alto tradimento e messo dietro le sbarre. Ultima mossa in preparazione delle prossimi elezioni del 2018, è la richiesta alla corte suprema della Cambogia, di chiudere il partito dell’opposizione, il CNRP (Cambogia National Rescue Party), per legami con i servizi segreti stranieri (Stati Uniti) rivolti a destabilizzare il paese e rovesciare il governo.

In questo modo, molto analisti commentano: “Le elezioni del 2018 saranno uno scherzo”, con l’assenza di una vera opposizione.

Chi può aiutare questo splendio e gentile popolo a cambiare la sua sorte, che sembra irrimediabilmente ancora una volta compromessa? La comunità internazionale, le grandi potenze, che avrebbero, se lo volessero, il potere di imporre sanzioni al governo di Hun Sen, costringendolo ad elezioni giuste e libere per tutto il popolo cambogiano. Da troppi anni questa meravigliosa gente, attende la libertà, che, nonostante le apparenze, non c’é. E ancora per quanto dovranno attendere? Perchè Hun Sen prepara il futuro del paese configli e parenti: insomma, la Cambogia è sua, non dei cambogiani.

Per la Cambogia (e non è la sola nella regione dell’Asean), potrebbe valere il detto: “Non è oro tutto ciò che luccica”. Anche se appare diversamente agli occhi dei turisti attenti alla bellezza mozafiato di Angkor Wat, la gente ha fame: di pane, di riso, e di libertà.

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