Cambio al vertice di Avvenire
Avevo intervistato Marco Tarquinio nel 2018, in occasione di LoppianoLab, una manifestazione che si svolgeva nella cittadella dei Focolari, Loppiano appunto, vicino Firenze. Un’intervista che conserva ancora oggi il sapore dell’attualità e che per questo riproponiamo ai nostri lettori.
Con Marco Tarquinio e la testata da lui diretta per 14 anni fino ad oggi, c’è sempre stata una grande sintonia nel modo di leggere la nostra storia, nel micro come nel macro cosmo, nel modo di raccontare e di affrontare il travaglio sempre presente della nostra società. Non di rado, tra l’altro, giornalisti di Città Nuova si sono ritrovati fianco a fianco con giornalisti di Avvenire nel promuovere campagne e iniziative.
Ci riconosciamo dunque pienamente in tanti passaggi del suo ultimo editoriale da direttore pubblicato oggi sul quotidiano della Conferenza episcopale italiana. Tarquinio parla, tra il resto, di un giornalismo e di una direzione al servizio e non al comando, di dovere dell’onestà, di attenzione preferenziale ai deboli, ai poveri, agli scartati dalla società. Mette in evidenza lo spazio dato a quanti si adoperano per fare la cosa giusta, la costante presa di posizione «contro ogni guerra» e l’impegno per costruire la pace. E non dimentica di riconoscere l’importanza, per una testata, di essere comunità di lavoro nella quale valorizzare le professionalità di ciascuno, fatto questo che rende vivo un giornale, senza la pretesa di essere perfetti, ma con il vanto di essere liberi. E, mi verrebbe da dire, lo fa crescere, come è successo ad Avvenire in questi anni.
Una bella lezione di giornalismo serio e competente nell’esercizio del quale possiamo immaginare le tante sfide quotidiane affrontate, tipiche di ogni testata e, forse, a maggior ragione di un quotidiano che esprime la Conferenza dei vescovi italiani.
Grazie dunque a Marco Tarquinio e auguri al nuovo direttore, Marco Girardo.
__