Il cambiamento della scuola è (im)possibile

Primo articolo, di una serie, sulle iniziative delle associazioni professionali della scuola, e degli studenti, che partecipano al Tavolo parlamentare promosso da Mppu e Città Nuova. Iniziamo con i giovani del Movimento studentesco di Azione Cattolica, che ieri ha organizzato una tavola rotonda a Roma, con 200 delegati.
scuola
Foto Cecilia Fabiano /LaPresse

Il Movimento studenti di Azione cattolica (Msac) partecipa al Tavolo parlamentare per una scuola di qualità ed inclusiva, avviato dal Movimento politico per l’unità, in collaborazione con Città nuova. Nei giorni 26 e 27 novembre si è riunito a Roma come Mo.ca, Movimento in cantiere con centinaia di giovani delegati dalle varie regioni, sul tema della partecipazione e del cambiamento della scuola. È questa infatti l’occasione per andare oltre l’elaborazione delle idee e divenire artefici del cambiamento.

Dopo una fase di ascolto nei territori ed incontri estivi, sono state evidenziate quattro tematiche principali con proposte concrete, al fine di comporre un ritratto di una scuola (im)possibile: benessere psicologico, educazione civica, esame di Stato, Percorso per le competenze trasversali e orientamento (PCTO).

Queste le proposte operative più interessanti:

  • progetti per formare studenti e docenti su ansia, disturbi del comportamento alimentare, percezione del sé, gestione delle emozioni, sportelli psicologici;
  • far diventare Educazione civica una materia curricolare a tutti gli effetti con formazione specifica dei docenti referenti e di classe;
  • esperienze concrete di cittadinanza digitale e attiva, in collaborazione con enti locali ed enti del Terzo settore in Patti di comunità;
  • attribuire 2 dei 20 punti del colloquio di Maturità all’ esperienza PCTO per renderla significativa e coerente con l’ indirizzo degli studi;
  • formare i tutor interni e aziendali del PCTO e costruire progetti per “assaggiare sul serio il mondo che c’è dopo”.

 

Su questi ed altri temi segue una breve intervista al presidente del Movimento studenti di Azione Cattolica, Lorenzo Pellegrino, che parteciperà al prossimo tavolo parlamentare.

Il Movimento studenti di Azione Cattolica si percepisce come “Rappresentanti del cambiamento Oltre l’idea”. Cosa intendete dire esattamente?
«Come Movimento Studenti di Azione Cattolica desideriamo interpretare questo tempo di cambiamento, abitarlo nel senso più profondo. Le sfide cui siamo chiamati a partecipare oggi ci esortano a stare nel cambiamento con l’atteggiamento di chi si sa porre le questioni, ma soprattutto le sa abitare senza la paura del confronto e senza la presunzione di fornire risposte pronte o ricette da seguire. Per questo motivo, da rappresentanti di tutti studenti, abbiamo iniziato in aprile un percorso di raccolta di pareri e opinioni a livello locale, poi questa estate abbiamo costruito delle proposte nazionali (una serie di idee) da condividere con il Ministero. Ora è giunto il momento di andare “oltre l’idea” prevedendone la realizzazione concreta insieme a tutte le forze che vogliono concorrere per il bene della scuola italiana».

Quali sono le proposte del Msac per la trasformazione della scuola italiana nei prossimi anni?
«Nell’ultimo periodo abbiamo sviluppato alcune proposte. Circa l’insegnamento dell’educazione civica crediamo che sia essenziale un’adeguata formazione della classe docente, molte più indicazioni ministeriali e la previsione di “patti educativi” con le comunità locali; infatti, la scuola non può agire da sola. In merito ai percorsi di PCTO, riteniamo che non tutto sia da gettare, ma sicuramente si devono riformare molti aspetti (migliore distribuzione del monte ore, previsione di crediti formativi personalizzati e formazione specifica dei tutor). Rispetto al tema del benessere psicologico a scuola, oltre a sottolineare l’immensa necessità di sensibilizzazione e sistematizzazione delle forme di supporto, riteniamo che, anche in questo caso, le comunità possano essere coinvolte e i docenti adeguatamente formati nell’accompagnamento. In ultimo, crediamo che sulla maturità servano azioni mirate e comunicate in anticipo per favorire una preparazione adeguata e una reale valutazione del percorso di ciascuno».

Esiste una crisi della rappresentanza a vari livelli, anche in politica per alta astensione. Come rivitalizzare il Forum Associazioni Studenti, FAST, al Ministero dell’Istruzione e del Merito? Come dare voce agli studenti a tutti i livelli, perché siano protagonisti e non solo destinatari del cambiamento?
«Come Msac crediamo nella partecipazione come strumento principe nel dialogo con le istituzioni; per questo motivo, riteniamo che l’ascolto della base e il coinvolgimento di tutti nelle scelte sia la strada da percorrere per provare a cambiare le cose. Per quanto riguarda il FAST, se non si prevede una progettazione a lungo termine, se non si esce dalla logica emergenziale e non si programmano azioni specifiche ha poco senso, soprattutto se viene convocato ogni 7-8 mesi. Servono delle passerelle prioritarie per le associazioni studentesche riconosciute: è l’unico modo perché la voce degli studenti arrivi nelle stanze dei bottoni. In ogni caso, partendo con l’ascolto dei territori e prevedendo processi bottom up per la raccolta dei pareri, si può davvero dare voce a tutti gli studenti e le studentesse».

Come sono i rapporti con altre Associazioni Studentesche di diversa ispirazione?
Non è sempre facile lavorare insieme, a noi piacerebbe organizzare un grande incontro tra tutti i responsabili locali delle associazioni studentesche per contribuire a determinare delle scelte comuni da condividere e sulle quali fondare le proposte al FAST. Tuttavia, non sono le discrepanze tra le diverse idee a preoccuparci, anzi le riteniamo generative; al contrario, il problema nel dialogo è lo stile nel fare associazionismo. Come Msac crediamo che il dialogo con le istituzioni e l’ascolto competente possano portare più frutti delle manifestazioni in piazza. In ogni caso siamo più che aperti al confronto».

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