Cambiamento climatico e migrazioni

In partenza sabato 29 ottobre a Udine un percorso di formazione su temi ambientali nell’ambito del progetto europeo Same word
cambiamenti climatici

Un percorso di formazione mirato a formare insegnanti, educatori e cittadini sui temi del cambiamento climatico, della giustizia ambientale e delle migrazioni ambientali: questo è “Semi di giustizia”, nato all’interno del progetto europeo “Same world”, in partenza sabato 29 ottobre a Udine. Il percorso – che si snoda da qui a gennaio con sei lezioni online, cinque in presenza e un convegno nazionale conclusivo – è promosso da un gran numero di realtà della società civile: il Centro di volontariato internazionale (CeVI), l’associazione per gli Studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), Centro solidarietà immigrati onlus (Cesi), associazione di Cooperazione cristiana (Accri), Centro volontari cooperazione sviluppo (Cvcs), Centro provinciale per l’Istruzione degli adulti di Udine (Cpia) e Solidarmondo; ed è sostenuto dalla Commissione europea e dalla Regione Friuli Venezia Giulia.

 

«Il CeVI partecipa a questo progetto in quanto ong che ha fra i principali settori di azione quello dell'educazione ad un mondo più equo, ad uno sviluppo più a misura d'uomo e dell'ambiente – spiega Marco Ciot, incaricato della comunicazione –, e quindi questo percorso rientra nel nostro obiettivo di diffondere consapevolezza nella società civile rispetto questi temi. Dato che l’invito a partecipare è rivolto in particolare a insegnanti ed educatori, uno dei principali obiettivi è quello di diffondere il più possibile queste informazioni nelle scuole, e quindi creare solide basi per una cittadinanza attiva e consapevole già nei bambini. L'età scolare è quella dove bisogna investire di più, perché saranno le nuove generazioni a scontrarsi con le peggiori conseguenze del cambiamento climatico: crisi alimentari, lotta per le risorse, migrazioni. Dobbiamo creare una solida generazione di futuri "abitanti del mondo", consapevoli delle conseguenze che certi stili di vita hanno portato e pronti a cooperare per soluzioni comuni».

 

A muovere la scelta dei temi delle lezioni è stata quindi la consapevolezza che «l’ingiustizia ambientale e le diseguaglianze globali costituiscono due facce della stessa medaglia: mentre l'1 per cento più ricco della popolazione mondiale detiene al momento il 48 per cento della ricchezza globale, la metà degli abitanti del globo collocati nella fascia più povera, ne detiene l'1 per cento». Uno scenario che, unito ai cambiamenti ambientali innescati dal cambiamento climatico e all’abuso delle risorse naturali, prospetta «l’espulsione dal proprio territorio di ampie fasce della popolazione mondiale: l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) stima che, entro il 2050, i profughi ambientali potrebbero essere 200-250 milioni». Il corso vuole quindi cogliere il «filo conduttore che lega il cambiamento climatico alle migrazioni», e individuare possibili soluzioni che spazino dai temi di larga scala – come la gestione dei flussi e l’accoglienza dei rifugiati, e l’incidenza del volontariato internazionale nel campo della cooperazione allo sviluppo – a quelli che toccano i nostri comportamenti quotidiani. Le lezioni online sono state sviluppate da esperti di livello europeo; e anche quelle che si svolgeranno a Udine vedranno la presenza di persone impegnate in prima fila come Michele Brusini del settore immigrazione della Caritas diocesana, la pedagogista interculturale Paola Cosimo Marangon, la rappresentante del Forum dei Beni Comuni Lucia Piani, e il fondatore del Centro di accoglienza Balducci di Zugliano don Pierluigi Di Piazza.

 

Già prima dell’inizio del corso i riscontri sono stati positivi: «Siamo molto soddisfatti per la partecipazione, decisamente oltre le nostre aspettative – afferma Anna Brusarosco del CeVi -. Il numero degli iscritti al corso supera le 65 adesioni, testimonianza del fatto che queste tematiche interessano un pubblico sempre più vasto e variegato». «Temi quali "cambiamento climatico" e "migrazioni" sono sempre più scottanti, e mi si perdoni il gioco di parole – aggiunge Marco Ciot –. Per cui l’interesse per stili di vita più sostenibili, per la gestione del fenomeno migratorio e per poterlo prevenire in futuro tocca tante persone».

 

Il progetto “Same World” (www.sameworld.ue), avviato a gennaio 2015. prevede l’elaborazione di matriali didattici rivolti a docenti ed educatori (disponibili sul sito htttp://edu-kit.sameworld.eu/). Per informazioni, contattare il CeVi allo 0432 548886 o all’indirizzo ecm@cevi.coop

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