Callas forever
Fragilità degli artisti: un tesoro in vasi di argilla. Zeffirelli lo sa bene e ricordando con rimpianto l’amica Callas nella tristezza dei suoi ultimi anni, commuove per la sincerità. Anche se l’impianto melodrammatico e la recitazione talora teatrale sono un tipico tic zeffirelliano, pure la grande immedesimazione di Fanny Ardant (Callas) e un incredibile Jeremy Irons nelle vesti dello stesso regista-manager sono momenti molto belli del film. Come pure alcune scene drammatiche nella loro verità – gli incubi notturni di Maria, le “prove” della Carmen -, l’atmosfera brumosa, autunnale spesso della fotografia, e quel finale malinconico e misterioso in cui Zeffirelli si e ci congeda dalla Callas. Non un’agiografia, ma un rivivere e far conoscere il carisma unico – e l’immenso bisogno d’amore – del più grande soprano del Novecento. Detto da Zeffirelli con sincerità spietata, anche verso sé stesso: il che non è di poco merito.