Calcio e procuratori: fine di un’epoca?

Negli ultimi mesi, molti giocatori hanno scelto di non avvalersi della mediazione di procuratori per le loro scelte di rinnovo contrattuale. Casi isolati o segnali di un cambiamento d’epoca anche nel calcio?
Foto LaPresse - Marco Alpozzi

Quanto contino i procuratori nel calcio è purtroppo materia arcinota tra gli addetti ai lavori. Forse meno ai tifosi che, volente o nolente, ignorano spesso anche volontariamente quanto i loro beniamini e le loro affezionate società siano condizionate da giochi finanziari che, con il pallone, quello vero, hanno poco a che fare. Negli ultimi mesi, in particolare, è emerso con tutta la sua evidenza quanto certe relazioni siano pericolose, se non addirittura perverse, quando l’asse tra società, giocatori e procuratori rischi di porre il piano sportivo quasi fuori dalle dinamiche del calcio, inondando di richieste economiche esose ed improponibili società e mercati.

Jorge Mendes. Foto Fabio Ferrari – LaPresse

All’inizio dell’attuale campionato di Serie A, per fare un noto esempio, abbiamo assistito alla clamorosa rottura tra la Fiorentina e il tecnico, appena assunto 22 giorni prima, Rino Gattuso, assistito da Jorge Mendes (lo stesso agente di Cristiano Ronaldo). Il tecnico voleva, a ogni costo e subito, che il club viola acquistasse Sergio Oliveira, 29 anni, centrocampista del Porto. La richiesta della società lusitana era ritenuta eccessiva, ma le pressioni dell’allenatore sono diventate talmente forti da portarlo alla rescissione contrattuale. Com’è possibile? Semplicemente, Oliveira è guarda caso un cliente della Gestifute, l’agenzia di Mendes. Il presidente della società gigliata, Rocco Commisso, non ha battuto ciglio, non cedendo alle pressioni di quello che ha raccontato come un ricatto.

Il problema manifestatosi è che, assunto un tecnico, questi chieda di prendere una serie di calciatori assistiti dal proprio stesso agente. Il fenomeno rischia di essere inquietante e in espansione: in Portogallo, in particolare, i giocatori di Mendes influenzano moltissimo il mercato di molte società ma nel resto d’Europa non mancano altri esempi. Ad esempio Josè Mourinho, neo tecnico della Roma, ha espresso il necessario bisogno di un portiere connazionale, Rui Patricio: 33 anni, costo di una decina di milioni di euro e performance non proprio esaltanti in Premier League. Eppure la Roma lo ha ingaggiato subito: è un giocatore, guarda caso, seguito da Mendes. La Fiorentina aveva detto no; la Roma ha deciso diversamente, ma l’eclatante gesto di Commisso è servito a compattare il fronte dei dirigenti.

Se molti avevano chiamato la Fiorentina per complimentarsi, un altro segnale era arrivato dal Milan, con una decisione pressoché rivoluzionaria sulla vicenda di Gigio Donnarumma: per il portierone campione d’Europa con la nostra nazionale, il “superprocuratore” Raiola chiedeva un ingaggio e una commissione mai visti per un portiere italiano nella storia del calcio: 12 milioni di euro più bonus. Il Milan aveva offerto qualcosa come 7 milioni netti (+1 di bonus legato all’approdo alla Champions League), oltre ad un radioso futuro da leader del Milan per anni, amato dalla tifoseria e nel nostro paese. Invece no: il dio denaro ha portato Donnarumma a scegliere Parigi, per la corte degli sceicchi del PSG e non trovare neanche posto da titolare, oltre a perdere ovviamente stima e affetto dei tifosi milanisti che per anni lo avevano sostenuto.

Gigio Donnarumma (LaPresse)

Ora, sebbene i procuratori siano professionisti legittimamente scelti dai calciatori, si può andare avanti così? Una premessa, in tutta questa vicenda, è essenziale: un calciatore professionista può NON avvalersi dell’assistenza di un procuratore sportivo da sempre, sia a livello nazionale che internazionale. È semplicemente tenuto a farne menzione. Il regolamento degli agenti sportivi, infatti, recita all’art. 6, comma 1, che «ove il calciatore non si sia avvalso dell’assistenza di un agente sportivo, deve esserne fatta espressa menzione nel contratto di prestazione sportiva».

Così hanno fatto anche molti grandi giocatori di recente. Tra i più noti, il difensore dell’Inter campione d’Italia, Milan Skriniar, che a maggio 2019 ha prolungato per 4 anni il contratto senza agenti; quindi oppure Joshua Kimmich, baluardo Bayern Monaco e nazionale tedesca che la scorsa estate ha rinnovato senza alcuna mediazione fino al 2025; per non parlare della stella belga Kevin De Bruyne, presentatosi la scorsa estate da solo agli sceicchi del Manchester City che intendevano prolungargli il contratto, o di Alessio Romagnoli, difensore del Milan, che un mese fa ha tranquillamente rinnovato senza mediazioni. A dimostrazione che molte pratiche non sono inevitabili, né immutabili ma, con buon senso e un po’ di spina dorsale in più, possono essere cambiate.

 

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