Il calcio nel nome dell’inclusione sociale: il Sant’Ambroes FC
Che il pallone sia in grado di unire rotolando senza indugio tra barriere e stereotipi, incurante, romantico ed efficace, è un fatto ormai acclarato. Non di rado, il calcio supera ostacoli apparenti, linguistici e culturali, lasciando spazio a processi di inclusione sociale. Con questo scopo, quattro anni fa prendeva vita nel milanese la storia del Sant’Ambroeus F.C., prima squadra al nord di richiedenti asilo e rifugiati iscritta alla Federazione italiana Giuoco Calcio. Ma per dare materia ai sogni, spesso, serve una spinta sostanziale: partner ufficiale fu Rob de Matt, bar-bistrot che è anche un’associazione di promozione sociale che promuove progetti di inclusione lavorativa rivolto a persone con storie di marginalità e svantaggio. Sostenne economicamente la squadra finanziando i costi per le visite mediche dei giocatori e ospitando gli eventi di autofinanziamento.
Il progetto prese vita il 4 ottobre 2018 proprio presso Rob de Matt, in via Enrico Annibale Butti 18, nel quartiere Dergano, con una cena sociale che presentò i giovani calciatori della squadra provenienti da diversi paesi africani come Gambia, Senegal, Mali, Costa d’Avorio e Guinea. Fu un’occasione speciale anche per ringraziare tutte le 140 persone che avevano sostenuto la squadra attraverso la campagna di crowdfunding. In principio, l’unione nacque da due squadre già esistenti, Black Panthers e Corelli Boys, accomunate dall’idea di dare l’opportunità di giocare a calcio e stare assieme a persone che alloggiavano in centri di accoglienza. Negli anni, il progetto si è ingrandito e oggi la squadra gioca in terza categoria. Nel 2021 è nata anche la squadra femminile. Quattro anni di divertimento e aggregazione dopo, il Sant’Ambroeus FC ha partecipato al bando “Impatto+ Sport per tutti e Responsabilità Sociale” lanciato dal fondo di investimento Etica SGR, gestito per il 51% da Banca Popolare Etica.
Non solo una società sportiva, ma molto di più dunque: nel corso dell’anno sono nati alcuni progetti sociali collaterali molto importanti come una scuola di italiano per la patente promossa da un gruppo di ragazzi legati alla squadra e la distribuzione di cibo ai senzacasa da parte della giovane e appassionata tifoseria. Il nome sottolinea il legame forte tra la squadra, multiculturale, e la città di Milano. Una squadra di calcio popolare e multietnica, ove lo sport è strumento di socialità, scambio e conoscenza per combattere il razzismo. Incardinato sui principi di accoglienza e integrazione a Milano, il Sant’Ambroeus FC è uno spazio aperto che non guarda a colore della pelle e differenze di genere, dove la condivisione permette di porre basi solide per il futuro e conoscere molte persone. Il progetto, sviluppato nel quartiere di Gorla, ha già dato a molti ragazzi la possibilità di crescere sia a livello sportivo che a livello umano e sociale.
I primi ragazzi furono conosciuti nei centri di accoglienza. Poi il passaparola e i social network hanno fatto il resto. Chiunque può far parte di questa realtà e la suddivisione della squadra in due gruppi è nata da un’esigenza stessa di quei calciatori che mostravano un legame più forte con la maglia, per avere una maggiore continuità negli allenamenti e come squadra. I giocatori di terza categoria FIGC vengono selezionati una volta all’anno; gli allenamenti della squadra iscritta al CSI sono aperti, in modo tale da dare la possibilità a tutti di potersi allenare, anche in modo sporadico, nei limiti di un campo a undici.
Qualche limite burocratico non ha aiutato: per i tesseramenti servono permessi di soggiorno, carte d’identità, tessere sanitarie, documenti difficili da reperire per diversi ragazzi arrivati da poco in Italia. Non tutti coloro che si allenano perciò riescono a prendere parte alle partite, ma negli anni la Sant’Ambroeus FC ha fatto capire a FIGC e avversari che tipo di progetto sia, ricevendo anche qualche forma di amicizia e sostegno. Proprio come quello ricevuto soprattutto dalla raccolta fondi promossa nella piattaforma Produzioni dal Basso del gruppo finanziario sopra citato, che ha permesso di raccogliere il denaro necessario per acquistare materiale calcistico come pettorine e maglie da gioco, ma anche per tesseramento e spese mediche. Ma anche di diventare co-proprietari di un centro sportivo nel quartiere di Gorla ove si svolgono gli allenamenti: con questa struttura a disposizione e nonostante le difficoltà, il Sant’Ambroeus ha una vita molto più lunga davanti a sé.
L’obiettivo a medio termine del gruppo è rendere economicamente sostenibile il progetto, creando un azionariato popolare per dare la possibilità, a coloro che sono legati alla squadra, di diventare parte integrante della società e dei suoi processi decisionali. Da un punto di vista calcistico poi, salire di categoria con entrambe le squadre e, al tempo stesso, creare un gruppo con persone più giovani per condividere valori e idee antirazziste, al fine di creare modalità di pensiero che possano essere costruttive per il futuro dei ragazzi e di tutta la società. Se sognare è lecito, è vero che il crowdfunding si stia dimostrando efficace nel generare nuove esperienze di valore sociale, culturale ed economico come questa.
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