Il calcio italiano torna protagonista in Europa
Dalle 5 semifinaliste alle 3 finaliste e il record per i Viola
Tre finaliste nelle tre competizioni europee: un risultato già così straordinario se si pensa che è solo la quinta volta che succede e che l’ultimo precedente risale addirittura al 1994. Certo, rimane un po’ l’amaro in bocca a pensare che, per un solo goal, anche la Juventus non sia riuscita a regalarci una finale tutta italiana in Europa League contro la Roma.
Delle cinque semifinaliste, infatti, una doveva per forza perdersi nel derby milanese quando, per la prima volta in un euroderby tra le due (questo è stato il terzo dopo quelli del 2003 e del 2005), i rossoneri si sono arresi ai nerazzurri. E se una perdita era obbligatoria, l’altra, quella della Juventus, era quantomeno evitabile. Inutile, però, piangere sul latte versato: soprattutto quando le tre squadre arrivate in finale hanno giocato delle bellissime semifinali, seppur con strategie e mentalità differenti.
José Mourinho, condottiero della Roma, è stato forte nell’allenare la mente dei suoi giocatori per estrarne una risolutezza che forse nemmeno loro pensavano di avere, resistendo nonostante condizioni fisiche precarie di mesi. Vincenzo Italiano ha istruito la Fiorentina a una grande partita offensiva e Simone Inzaghi, con la sua canonica difesa a tre con esterni a tutto campo, sembra avere trovato la quadra più efficace per padroneggiare i risultati, che mancava all’Inter da mesi. Tre tattiche diverse, ma stesso risultato: vittoria e accesso in finale.
In particolare la Roma di Mourinho, dopo aver battuto il Bayer Leverkusen 1-0 in casa, pareggiava 0-0 fuori casa. La Fiorentina di Italiano, dopo aver perso 1-2 dentro casa, riusciva a prendersi la vittoria con il Basilea fuori casa ai supplementari per 1-2. l’Inter di Inzaghi, dopo avere dominato la partita contro il Milan vincendo 0-2 “fuori casa”, benché fossimo sempre a San Siro, vinceva anche in casa 1-0. Oltre agli ottimi risultati, da segnalare anche il record per la Fiorentina di Italiano, unica squadra europea ad aver disputato le finali delle quattro principali competizioni Uefa per club: la Coppa dei Campioni nella stagione 1956-1957 contro il Real Madrid, la Coppa delle Coppe nel 1961-1962 contro l’Atletico Madrid, Coppa Uefa nel 1989-1990 contro la Juventus e adesso la Conference League contro il West Ham.
I precedenti e il sogno Tripletta
«Se avessero detto che sarebbe successo questo, anche il più grande ottimista non ci avrebbe messo un euro. È anche bello, per certi versi divertente, che ci siano tre squadre nelle tre competizioni: bellissimo segnale». Queste le dichiarazioni del presidente del Coni, Giovanni Malagò.
Eh già, perché ha dell’incredibile il fatto che l’Italia si stia preparando a tre finali europee: giallorossi in Europa League contro il Siviglia a Budapest il 31 maggio; viola in Conference League contro il West Ham a Praga il 7 giugno e nerazzurri in Champions a Istanbul contro il Manchester City il 10 giugno. È vero, è la quinta volta che succede per i club italiani dopo le finali del 1988-89, 1989/90, 1992/93 e 1993-94, ma a quei tempi l’Italia del calcio era altra cosa. Adesso, se è vero che siamo i campioni europei in carica, è vero anche che abbiamo dovuto guardare i Mondiali da casa e che altri campionati sono farciti di petroldollari con bilanci stellari rispetto ai nostri. Insomma, tempi piuttosto duri, anche se soldi e figurine non garantiscono mai vittorie. Di fatto, come ricorda Alessandro Del Piero, non bisogna dimenticare che «in Italia nelle grandi difficoltà tiriamo fuori qualcosa di speciale».
Sono passati 30 anni dall’ultima volta e 33 dall’unico, magnifico Triplete dei club italiani: quello del 1989-1990, quando il Milan portò a casa la Coppa dei Campioni, la Juventus la Coppa Uefa in finale contro la Fiorentina e la Sampdoria la Coppa delle Coppe.
Trentatré anni fa il primo e ultimo Triplete dell’Italia in Europa e trentatré anni fa, sempre nella stagione 1989/90, l’ultimo scudetto del Napoli prima di quest’anno. Chissà che non sia l’anno della rinascita per questi club. Rinascita che sembra, però, tutta in salita per le squadre italiane.
L’Inter è evidentemente sfavorita contro i dominatori della Premier guidati dal geniale Pep Guardiola, ma potrebbe trarre da questa situazione vantaggi psicologici e tattici. Situazione diversa per la Roma che giocherà contro un Siviglia che lottava per non retrocedere fino a due mesi fa, ma che con Mendilibar, tecnico senza esperienza internazionale, è tornata a esprimersi con serenità. Lo stesso vale anche per la Fiorentina, che parte in leggero svantaggio contro il West Ham di Moyes che, come tutte le inglesi, ha più disponibilità economiche e vecchie conoscenze rispetto al nostro calcio.
Insomma, strada un po’ in salita ma non impossibile perché, come Malagò ci ha ricordato parlando di una possibile Tripletta, «nella vita tutto è possibile. Chi sa di calcio sa che ci sono partite che sulla carta possono essere più complicate, ma questo non vuol dire assolutamente nulla». Per questo dal 31 maggio aspetteremo una tripletta: nessuno può toglierci la voglia di sognare.
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