Calcio, al via oggi il Mondiale femminile
La netta impressione è che, a distanza di anni, gli appassionati si ricorderanno assai bene del Mondiale di Francia 2019. Questo evento, che terrà almeno un miliardo di spettatori di tutto il pianeta incollati agli schermi per un mese esatto, ha infatti buone possibilità di rappresentare una pietra miliare nella progressiva crescita del movimento calcistico femminile. Sono 24 le nazionali che si sfideranno per la conquista del titolo più ambito, suddivise in 6 gironi: voleranno agli ottavi le prime due di ogni gruppo, più le quattro migliori terze. La splendida notizia è che, a vent’anni di distanza dall’ultima volta, ci saranno anche le ragazze guidate da Milena Bertolini.
Speranze azzurre
Il girone dell’Italia sarà assai complicato. Il debutto avverrà contro l’Australia, domenica 9 giugno alle ore 13. Esordio subito in salita, contro la sesta selezione al mondo secondo la classifica Fifa per nazionali: le Matildas, giunte ai quarti di finale nelle ultime tre edizioni iridate, hanno come loro punto di forza la punta 26enne Sam Kerr. La sfida con la Giamaica di venerdì 14 giugno sarà, invece, quella da vincere a tutti i costi per coronare l’obiettivo del passaggio agli ottavi di finale: la suggestiva conclusione della fase a gruppi vedrà poi le italiane incrociare un Brasile probabilmente mai in difficoltà come in questo momento. Marta Vieira da Silva è ancora la stella della nazionale verde-oro, nonostante le 33 primavere: la squadra, però, arriva alla manifestazione con ben 9 sconfitte di fila sul groppone.
«Per il momento il nostro sogno è fare tre partite giocate bene e passare il turno. No – ha confessato il ct azzurro Bertolini ai microfoni di Sky Sport – non ho fatto alcun fioretto perché sono troppo proiettata sulle nostre avversarie. C’è tanta pressione, questo è il nostro nemico. Manca un po’ di abitudine a questa grande tensione rivolta verso di noi. Le ragazze l’hanno meritata ma non sono abituate. Ho detto loro di provare a fare ancora quello che hanno fatto prima di arrivare fin qui». Capitan Sara Gama e compagne tenteranno di gettare il cuore oltre l’ostacolo: mezzi ed entusiasmo non mancano.
Mondiale 2019, le favorite
Per un’Italia che si presenta ai nastri di partenza con una rosa formata dai blocchi di Juventus, Fiorentina, Milan e Roma (le prime quattro classificate in Serie A, ndr), c’è una Francia padrona di casa che basa la sua spina dorsale sul Lione campione d’Europa: Sara Bouhaddi, Amandine Henry ed Eugénie Le Sommer sono le tre punte di diamante della squadra guidata da Corinne Diacre. Una menzione d’onore la meritano gli Stati Uniti campioni in carica: le ragazze di Jillian Ellis ripartono dai capisaldi che hanno permesso alla nazionale a stelle e strisce di trionfare nel 2015. Le punte Carli Lloyd e Alex Morgan, entrambe con più di 100 gol segnati in maglia Usa (107 e 101 rispettivamente), proveranno a fare la differenza anche in questa occasione.
La Germania, poi, non può non essere inserita nel ristretto lotto delle favorite: campionesse olimpiche in carica e vincitrici 8 volte del titolo europeo, la squadra guidata da Martina Woss-Tecklenburg è ringiovanita rispetto agli ultimi appuntamenti e potrà contare sulla verve della fantasista del Lione Dzsenifer Maroszan. Riflettori puntati anche su due pilastri del Bayern come Sara Dabritz e Melanie Leupolz. Attenzione, quindi, all’Inghilterra guidata dall’ex calciatore del Manchester United Phil Neville: il faro della squadra è Fara Williams che, oltre ad essere colei che ha messo assieme la bellezza di 170 presenze e 40 reti in nazionale, ha anche una pesante storia alle spalle. La Williams, infatti, ha un doloroso passato da senzatetto causato da una disgregazione familiare. Le Leonesse possono anche contare sulla freschezza del difensore Abby McManus, del centrocampista Keira Walsh e di Mel Lawley, punta 24enne tecnica e rapida.
Tra parità di genere, business e media: è il Mondiale della svolta?
La lotta per l’emancipazione femminile nello sport non è ancora conclusa. A riprova c’è la rinuncia al Mondiale del Pallone d’oro in carica Ada Hegerberg, norvegese: una scelta alla cui base c’è anche la volontà della federazione del suo paese di non affrontare la questione della parità di genere (anche economica) tra calciatori e calciatrici. La direzione però, al netto delle polemiche, è quella di una crescita esponenziale: sia per ciò che riguarda la presenza dei media (le gare dell’Italia saranno trasmesse sulla Rai), che in merito a premi economici e attenzioni a livello logistico.
La commentatrice sportiva Katia Serra è stata chiara in tal senso. «Quello in Francia sarà il primo Mondiale della storia che certificherà anche agli occhi degli scettici le qualità del calcio che giocano le donne. Non vedremo più certi errori tecnici marchiani del passato. Il trend di crescita delle ragazze – conferma la Serra al Corriere – sarà confermato da tutti e tre i parametri: fisico, tattico, tecnico. L’auspicio è che, a cominciare da questo Mondiale, si scriva e parli delle prestazioni calcistiche delle ragazze e non della loro estetica o delle loro scelte di vita. Mi sono confrontata con le azzurre in ritiro – ha concluso la giornalista – loro vogliono essere raccontate per ciò che faranno sul campo, e basta».