Calabria, Il lavoro come opportunità di reinserimento… a Natale

L’imprenditore Pippo Callipo ha aperto le porte dei suoi stabilimenti a sette detenuti, assunti per due mesi con il compito di confezionare 14mila idee regalo. «Questa iniziativa sociale è nata dalla nostra volontà di restituire qualcosa al nostro territorio».

Natale, tempo di doni e di pacchetti regalo. Ma anche – anzi soprattutto – occasione per “tendere la mano” non tanto con parole o frasi fatte, ma con i gesti concreti. Come ha fatto, in Calabria, il Cavaliere del lavoro Pippo Callipo che, per il sesto anno consecutivo, nel periodo natalizio, ha aperto le porte dei suoi stabilimenti a sette detenuti del penitenziario di Vibo Valentia, assunti per due mesi con il compito di confezionare 14mila idee regalo.

Una collaborazione, quella tra l’azienda e l’istituto penitenziario di Vibo Valentia, che dura da tempo e mette in pratica due valori costituzionali che troppo spesso restano solo sulla carta: la funzione rieducativa della pena e la responsabilità sociale dell’impresa verso tutta la comunità. Quale occasione migliore, dunque, se non creare opportunità di riscatto e cambiamento, puntando sulla formazione e il lavoro come chiave per un pieno recupero di chi ha sbagliato. Una scelta che, in una realtà come quella calabrese, dove ancora oggi disoccupazione e morsa della criminalità organizzata rappresentano i due principali “macigni” che impediscono a questa terra di guardare al futuro, acquista la dimensione di un seme di speranza e di rinascita. Da coltivare e far crescere.

Ne è convinto Giacinto Callipo, quinta generazione della famiglia Callipo, che a Citta Nuova racconta com’è nato questo progetto sei anni fa: «Questa iniziativa sociale è nata dalla nostra volontà di restituire qualcosa al nostro territorio, a cui siamo molto legati. Abbiamo trovato nel penitenziario di Vibo Valentia l’entusiasmo e la forte volontà di avviare un progetto di lavoro e formazione in grado di trasmettere un messaggio concreto di fiducia nel futuro per i detenuti: dare loro una seconda opportunità. L’obiettivo è, infatti, di creare per i detenuti un’opportunità concreta di “rieducazione” attraverso il lavoro, di recupero della dignità e di riscatto sociale».

Di questi sei anni, Giacinto Callipo sottolinea «i tanti momenti di crescita soprattutto umana non solo per i detenuti ma anche per le nostre maestranze che lavorano a loro fianco facendoli sentire parte di una squadra. Ascoltare le loro storie di vita personale e le loro esperienze all’interno del penitenziario emoziona molto e crea dei legami che molto spesso perdurano anche dopo la fine del progetto. Diversi detenuti, infatti, ci mandano lettere in azienda per salutare affettuosamente i “colleghi” che hanno lavorato con loro. Si instaura un clima positivo di condivisione, di fiducia e questo è l’aspetto più importante per noi che ci motiva ad andare avanti da 6 anni e non ci ha fermati neanche lo scorso anno in piena pandemia».

Per uno degli eredi del “Cavaliere Callipo”, «il lavoro è dignità e per i detenuti anche questo diventa un privilegio per pochi. Pensare ad una progettualità, avere una speranza per il futuro è fondamentale per chi si ritrova ristretto dietro le sbarre e per il reinserimento nella società al termine della pena riducendo il rischio di recidiva. Noi ci auguriamo che questo progetto possa diventare una catena virtuosa con il contribuito di altre aziende del territorio che come noi credono nella collaborazione sociale».

Una risposta positiva confermata dalle parole della Direttrice del Penitenziario di Vibo Valentia Angela Marcello che fa notare come «un’attività come quella del confezionamento dei regali natalizi, si sarebbe potuta realizzare anche, e probabilmente con minori costi, presso lo stabilimento aziendale ma così rappresenta un’opportunità di reinserimento in più per chi si trova ristretto in un penitenziario, lontano dall’affetto dei propri cari».

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