Cagliari: quattro proposte per il governo
Al ministro del lavoro Poletti e al premier Gentiloni è stato chiesto di indirizzare risorse anche verso le piccole imprese non quotate che rispondano a precise caratteristiche di coerenza ambientale e sociale, come per i fondi Impact, e di ridurre la disoccupazione giovanile con interventi strutturali attraverso il rafforzamento della filiera formativa professionalizzante nel sistema educativo italiano. Ancora è necessario rivedere i criteri di sostenibilità ambientale, inserendo tra i parametri la responsabilità sociale, ambientale e fiscale con certificazione di ente terzo, predisponendo un programma di formazione delle amministrazioni sul nuovo Codice, non più il «massimo ribasso» come avviene ancora oggi nel 60% dei casi. Infine bisogna porre mano al riassetto delle tre aliquote al 4, 10 e 22 per cento, capace di premiare le imprese che producono rispettando criteri ambientali e sociali minimi, misurabili anche da enti terzi.
Fin qui le quattro richieste al Governo alle quali si sono aggiunte domenica quelle all’Europa, presentate al presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani. La prima richiesta è relativa all’armonizzazione fiscale con l’eliminazione dei paradisi fiscali interni all’Unione europea. È stato poi chiesto di accrescere gli investimenti infrastrutturali e produttivi, pur se privati, adeguando il loro trattamento alle discipline di bilancio. Infine l’ultimo punto: integrare nello statuto della Banca centrale europea il parametro dell’occupazione accanto a quello dell’inflazione, per le scelte di politica economica.
Si tratta di sette punti che richiamano la politica nazionale e quella europea ad una svolta, di proposte concrete, come ha ricordato il presidente della Cei, il cardinal Gualtiero Bassetti, nel suo intervento. «Ritorniamo a casa – ha detto – sentendo la responsabilità di dover dare corpo ad alcune iniziative concrete, alle quali qui abbiamo dato un nome, ma che ora attendono di essere realizzate, in un cantiere nel quale siamo chiamati a spenderci con convinzione».
Dal canto suo il premier Gentiloni ha ricordato come «il precariato senza futuro e senza diritti è una delle offese più terribili della dignità del lavoro e deve essere contrastato. Finalmente siamo in fase di ripresa economica ma non dobbiamo enfatizzarla immaginando che le cicatrici aperte dalla crisi siano già rimarginate. Non sono i numeri della macroeconomia che curano queste ferite, c’è bisogno di tempo».
Il presidente del Parlamento europeo, Tajani, ha annunciato che «il prossimo bilancio Ue dovrebbe investire almeno 20 miliardi l’anno per cofinanziare una de-tassazione del lavoro dei giovani fino ai 25 anni. Vantaggi fiscali dovrebbero essere previsti anche per gli over50, che devono reinserirsi nel mercato del lavoro».
Gli oltre mille delegati giunti da tutta Italia sono ripartiti con un atteggiamento di speranza, dopo i quattro giorni di lavoro, anche perché la visita a oltre una decina di Buone prassi» aziende capaci di stare sul mercato senza violare quelle che sono le prerogative dei lavoratori e del territorio che li circonda.
Il presidente del Comitato scientifico, Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, ha ricordato che al Sud il dramma della disoccupazione è più evidente, «come dimostra il caso dell’Ilva, e dobbiamo impegnarci a cambiare modello di produzione, affinché non continui a devastare le persone, le case, il cielo, la terra, l’aria».
Deve cambiare il paradigma dello sviluppo globale, «che – ha concluso il presule – porti al centro il rispetto della dignità della persona umana, dalla cura della casa comune e dalla costruzione della pace. Tenendo presente che non tutti i lavori si equivalgono, come nel caso della produzione e vendita delle armi che riguarda anche situazioni qui presenti in Sardegna».