Cagliari, basta bombe per la guerra in Yemen

A poco più di un mese dal rinnovo dell’assemblea regionale sarda, il consiglio comunale del capoluogo approva una mozione per l’applicazione della legge 185/90, che vieta la produzione e la vendita di armi ai Paesi in guerra. L’impegno del comitato riconversione Rwm

Un ordine del giorno del Comune di Cagliari e un ricorso di Italia Nostra al Tar. Sono le due novità emerse nel corso di una conferenza stampa convocata nel capoluogo sardo sulla Rwm, lo stabilimento con sede a Domusnovas, che produce materiale bellico utilizzato nella guerra in Yemen. Anche Cagliari, dopo Assisi, ha detto il suo «No» alla produzione di armi in Italia.

Il consiglio comunale ha approvato martedì 8 gennaio un ordine del giorno che chiede la riconversione dello stabilimento iglesiente, per uno sviluppo basato su un’economia non bellica e sul lavoro dignitoso. Il documento impegna il sindaco, Massimo Zedda, la giunta e il consiglio, affinché vengano promosse azioni di sensibilizzazione sul problema delle bombe realizzate nell’Isola, sollecitando l’applicazione delle legge 185/90 che vieta la produzione e la vendita di armi ai Paesi in guerra. Dal porto e dall’aeroporto di Cagliari partono infatti gli ordigni prodotti nel Sulcis.

Soddisfazione per la scelta del Comune capoluogo è stata espressa da Arnaldo Scarpa, uno dei portavoce del Comitato di riconversione. «Siamo felici – ha affermato – della decisione dell’amministrazione comunale, che dà seguito anche a scelte maturate in altri centri. Questo è un nuovo mattone, che si aggiunge al percorso portato avanti. Una scelta molto importante per il futuro di questa città e della Sardegna».

conferenza-stampa-comitato-riconversione-rwmPrima firmataria dell’ordine del giorno Rita Polo, del Pd. «Il documento – ha sottolineato la presidente della Commissione Politiche sociali e Salute – sancisce una volta di più l’assoluta contrarietà dell’assemblea civica alla fabbricazione, in tutto il territorio italiano, di armi e materiale bellico destinato a Paesi in conflitto, impegnando sindaco e giunta a promuovere una serie di azioni e progetti per contribuire alla realizzazione di concrete e effettive politiche di disarmo e di pace».

Nell’ordine del giorno viene espressa contrarietà assoluta alla fabbricazione sul territorio nazionale di armi destinate a Paesi in conflitto: con il documento il Comune di Cagliari prende una posizione netta rispetto alla Rwm e alle sue produzioni destinate all’Arabia Saudita ed utilizzate in Yemen.

La seconda novità è rappresentata dal ricorso al Tar contro l’ampliamento dello stabilimento Rwm, che Italia Nostra Sardegna presenterà domani. «A fronte di un investimento di 35 milioni di euro – ha spiegato il presidente regionale, Graziano Bullegas – l’azienda non ha presentato il piano di ampliamento, ma dodici richieste al Comune di Iglesias» che, secondo l’associazione ambientalista, potrebbero essere un escamotage per impedire la valutazione di impatto ambientale.

«La fabbrica – ha ricordato Bullegas – non è mai stata sottoposta ad alcuna valutazione mentre il piano di sicurezza, che dovrebbe essere rinnovato ogni tre anni, è fermo dal 2012. Le bombe transitano con il rischio di incidente grave».

Le oltre venti realtà che aderiscono al Comitato e stanno portando avanti l’azione di sensibilizzazione chiedono al prossimo governo regionale di prendere una posizione netta. Il 24 febbraio in Sardegna è previsto il rinnovo del Consiglio regionale con l’elezione del presidente della giunta: gli eletti dovranno tener certamente conto delle istanze che anche il Comune di Cagliari ha fatto proprie.

 

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