Caccia ai contribuenti onesti. Per premiarli
Domenica 16 settembre si è aperta ufficialmente la stagione della caccia, soltanto in alcune regioni e limitatamente a lepri, fagiani e cinghiali; dal 1° ottobre l’apertura sarà generalizzata a tutte le regioni e sarà estesa anche al resto delle specie ornitiche e leporidi. Non so a voi, ma a me interessa poco.
Qui vorrei riferirmi a un’altra caccia che sta per partire, quella ai contribuenti virtuosi, annunciata dal direttore generale dell'Agenzia delle entrate Attilio Befera, che, illustrando le linee guida del fisco del futuro, ha sottolineato che «oltre a contrastare i comportamenti scorretti sotto il profilo fiscale, andrebbero premiati i contribuenti onesti o, più giustamente, occorrerebbe dare ad essi non tanto un "premio", quanto piuttosto il riconoscimento che meritano per la loro onestà».
Un cambiamento epocale di prospettiva: dalla ricerca dei disonesti (gli evasori) da individuare e sanzionare, si passa alla ricerca degli onesti (quelli che pagano regolarmente le tasse dovute), per gratificarli.
Ricorderete che, nel 2007, l’allora ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa, parlando su Rai 3 nel programma "In mezz'ora" di Lucia Annunziata, scandalizzò tutti affermando: «La polemica anti tasse è irresponsabile. Dovremmo avere il coraggio di dire che le tasse sono una cosa bellissima e civilissima, un modo di contribuire tutti insieme a beni indispensabili come la salute, la sicurezza, l'istruzione e l'ambiente».
Azzardato, certo, giungere a definire addirittura "bellissime" le tasse, ma la logica del discorso non fa una grinza. Pagare le tasse fa male alle tasche, ma migliora la vita a tutti: senza gettito fiscale, diventa impossibile fornire servizi ai cittadini. Gli evasori causano un danno anche a sé stessi.
Puntare al "rinforzo positivo"
Uno degli errori che può commettere un insegnante è di sottolineare esclusivamente i risultati negativi di un proprio alunno, enfatizzandoli, e non lodare quasi mai quelli positivi evidenziati dallo stesso in altre circostanze (pensando magari che, in fondo, in tal caso, l’alunno ha solo compiuto il proprio dovere).
In un processo educativo, la teoria del condizionamento classico afferma invece che il "rinforzo positivo" (la lode, il premio), a parità di tempo, si rivela più valido ed attivo del "rinforzo negativo" (il rimprovero, la sanzione).
Per questa ed altre ragioni, confesso che a me non piace granché la pubblicità progresso contro l’evasione fiscale che gira sulle reti nazionali (se paghi le tasse, le tasse ti ripagano; se evadi sei un parassità). Dubito fortemente che quello spot sia capace di indurre "ravvedimento operoso" in un solo (che sia uno) evasore-parassita.
Benvenuta, quindi, la premialità fiscale per i cittadini onesti, senza rinunciare a perseguire tenacemente (e sanzionare) le sacche di evasione.
Lo stesso Befera, alcuni mesi fa, aveva lanciato l’idea di un ‘bollino blu’ da esporre sulle vetrine dei negozi per attestare l'onestà degli esercenti. Adesso va oltre, annunciando il nuovo regime premiale per gli studi di settore, introdotto con il "Salva Italia", che prevede che i contribuenti che dichiarano ricavi o compensi in misura uguale o superiore alle stime degli studi di settore, che risultano coerenti agli indicatori previsti dai relativi decreti di approvazione degli studi e sono in regola con gli obblighi di comunicazione, sono preclusi dagli accertamenti analitico-presuntivi. Terapia del "rinforzo positivo". Bene.
Ma il Fisco premia solo le categorie di contribuenti destinatarie degli studi di settore?
Fra i cittadini italiani che pagano le tasse, ci sono pure altre categorie. Fra queste, spicca quella dei lavoratori dipendenti, in servizio o in pensione. Costituiscono da sempre, per l’Erario, un zoccolo duro, una riserva di caccia sicura. Il prelievo fiscale, per essi, avviene automaticamente alla fonte. Alcuni dati. Quando è stato approvato il decreto “Salva Italia” (dicembre 2011) il totale degli occupati nel nostro Paese sfiorava i 23 milioni. La platea degli assicurati INPS contava 12,6 milioni di lavoratori dipendenti, a cui andavano aggiunti circa 3,8 milioni e mezzo di lavoratori dipendenti del settore pubblico e quelli tutelati da altre casse pensionistiche, tra cui milioni di lavoratori autonomi. Si osservi che sulle spalle di lavoratori dipendenti e pensionati grava gran parte del "carico fiscale": l'82 per cento dell'intero gettito Irpef.
Tutti onesti e virtuosi? Probabilmente no. Esistono sacche di doppio-triplo lavoro, il fenomeno del lavoro sommerso e in nero… Anche fra queste categorie andrebbe aperta la caccia agli onesti. Per premiarli.
Non avendo la vetrina di un esercizio commerciale su cui esporlo, il bollino blu riservato ai contribuenti onesti si dovrebbe affiggere sulla propria fronte. E camminare a testa alta.