Bye bye May
I cittadini degli Stati membri dell’Unione europea hanno iniziato a votare per eleggere il nuovo Parlamento europeo.
Molte le incognite sul voto per rinnovare il Parlamento europeo che, da ieri, ha preso avvio in vari Stati membri dell’Unione europea (Ue) e che si concluderà domenica, quando cominceremo ad avere i risultati ufficiali. Per ora, stando ai primi exit poll chi temeva una vittoria incontrastata delle forze politiche cosiddette populiste non deve ancora disperarsi.
Tutto secondo o addirittura oltre le previsioni nel Regno Unito, che per tradizione vota di giovedì, dove sarebbe confermata una schiacciante vittoria del partito Brexit, guidato da Nigel Farage, che avrebbe ottenuto più voti rispetto ai conservatori e ai laburisti messi insieme. Farage, già alla guida del Partito per l’Indipendenza del Regno Unito (Ukip), tra i promotori del referendum britannico sull’appartenenza all’Ue, ha lanciato il suo partito Brexit ad aprile ed ha accusato gli altri leader politici britannici di tradire il voto dei cittadini britannici, nel giugno 2016, di lasciare il blocco europeo.
È anche paradossale che, una volta compiuto il processo di uscita del Regno Unito dall’Ue, gli europarlamentari britannici dovranno dimettersi ed i suoi seggi saranno distribuiti tra gli altri Stati membri. Il principale partito laburista inglese, guidato da Jeremy Corbin, sarebbe arrivato al secondo posto con il 21%, mentre i liberal-democratici, chiaramente europeisti, che hanno chiesto esplicitamente un secondo referendum sull’inversione della Brexit, avrebbero raggiunto il 12%. Il partito conservatore del primo ministro Theresa May, che ha annunciato le sue dimissioni per il 7 giugno, si attesterebbe invece al quarto posto, con l’11%. Sulla pessima performance del suo partito ha pesato anche l’inconcludente gestione della Brexit, laddove May si è spinta a paventare anche la possibilità di tenere un secondo referendum: è risaputo, infatti, che molti conservatori abbiano votato per il partito Brexit.
Interessante anche il caso dei Paesi Bassi, dove il partito laburista di Franz Timmermans, candidato per la carica di presidente della Commissione europea per la famiglia politica dei Socialisti & Democratici, avrebbe inaspettatamente ottenuto 5 seggi al Parlamento europeo (superando il 18% , mentre il partito liberal-conservatori del premier Mark Rutte avrebbe ottenuto 4 seggi a pari merito con il Forum per la Democrazia, partito populista di destra guidato da Thierry Baudet.
In Italia, dove si voterà domenica 26, nonostante i continui litigi tra i partiti che compongono la maggioranza parlamentare e qualche incertezza sul futuro del governo Conte, sebbene la campagna elettorale sia stata concertata soprattutto su questioni nazionali, non sono attesi grandi sconvolgimenti. È interessante osservare, però, che il Movimento 5 Stelle ha assunto una posizione piuttosto pro Europa, rispetto all’euroscetticismo che lo ha contraddistinto nel passato.
Nella giornata di venerdì si vota in Irlanda, il 25 maggio votano gli elettori di Repubblica Ceca, Lettonia e Malta, mentre i restanti 21 Stati membri vanno al voto il 26 maggio.