Bus diversi per studenti e stranieri?

A Calizzano, provincia di Savona, ha fatto discutere la proposta del primo cittadino di "invitare" i migranti a non prendere la corriera, dopo la segnalazione di alcuni screzi con i ragazzi che vanno a scuola
Palazzo Franchelli a Calizzano foto di Davide Papalini

Calizzano è un piccolo e grazioso paesetto seminato tra prati e faggete a cavallo tra le Alpi, gli Appennini e il mare, nell'entroterra ligure, in Alta Valle Bormida, provincia di Savona,  a 647 metri sul livello del mare.  Tranquillo, persio troppo, tanto che quello che è successo in questi giorni ha quasi “disturbato” i suoi abitanti che –  tra il credulo e l’incredulo – si sono ritrovati coinvolti in una vicenda forse troppo distante dalle loro immaginazioni. Sì, Calizzano ha fatto parlare di sé, e non per i funghi e le castagne prelibatezze del posto, ma per una storia triste, meschina. Ingigantita forse solo dal fatto che è successa in un piccolo paesetto.

 

Ma veniamo ai fatti: in un hotel del paese, gestito ora da una cooperativa, da oltre due anni sono ospitati una quarantina di migranti. La gente del posto accetta questi ragazzi e l’integrazione sembra proceda di pari passo col passare dei giorni. Poi d’un tratto si infrange qualche meccanismo. Qualcosa improvvisamente non funziona più. C’è chi dice che nell’hotel succedono litigi, c’è chi lamenta screzi sui pullman (qui la chiamano ancora corriera) di linea. Screzi dei migranti contro i ragazzi delle scuole. Provocazioni, piccoli ricatti. Lamentele che si ripetono e il sindaco che prova ad intervenire con una decisione che fa discutere, l’invito ai migranti a non utilizzare i bus negli orari nei quali gli studenti vanno a scuola, motivando la decisione così: sovraffollamento dei mezzi, schiamazzi e battibecchi oltre a episodi spiacevoli con alcune studentesse.

 

Nessun divieto, nessuna decisione, solamente una richiesta: “Ho solo cercato una soluzione con le altri parti coinvolte in un contesto difficilissimo per una comunità come la nostra, che- ha detto il sindaco Pierangelo Olivieri – pur essendo lontana dai centri di interesse, con servizi limitati e limitati sistemi di sicurezza, si ritrova ad avere una struttura con 40 ospiti, quando l’accordo era per ospitare 24". Dalla cooperativa che gestisce la struttura hanno subito fatto sapere che era "impossibile essere d'accordo con l'ipotesi della divisione".

 

Decisioni di questo genere, è ovvio, sono leccornie vere e proprie per il palato dei diversi partiti. "Calizzano è sempre stato un Comune virtuoso, tra i primi a rendersi disponibile ad accogliere e integrare i migranti, distintosi per questo anche a livello nazionale con premi e riconoscimenti", ha spiegato Paolo Pezzana, coordinatore della Commissione immigrazione di Anci Liguria. Per il Pd "la decisione del sindaco di far viaggiare studenti e migranti su autobus diversi è indegna e ha ragione chi parla di apartheid". Interviene il Prefetto che convoca un vertice col sindaco, il presidente provinciale di Lega Coop Mattia Rossi e Danilo Pisano, presidente della cooperativa che gestisce l’hotel, con lo scopo di conoscere le iniziative che saranno intraprese per meglio rispondere alle esigenze di trasporto della valle e dà la propria disponibilità a contattare i responsabili di Tpl, la società di trasporto pubblico locale.

 

"Il mio voleva essere un semplice invito ad usare il buonsenso", gli ospiti della struttura devono per forza utilizzare il bus delle 6.54, che dispone di soli 48 posti e non è in grado di trasportare sia loro sia i ragazzi? E soprattutto, se è inevitabile che venga usato anche dagli ospiti dell’hotel, bisogna fare il possibile che vengano messi in atto i criteri della normale buona convivenza e vengano evitati episodi di arroganza, schiamazzi e caos", ha affermato Olivieri.

 

“Sul bus l’ambiente non è piacevole – raccontano alcuni studenti – siamo stipati come bestie e tutto si esaspera. Per  smontare tutta questa faccenda basterebbe aumentare di  qualche corsa i pullman e tutto andrebbe a posto". Calizzano con i suoi 1.545 abitanti ha da subito accolto gli immigrati che si sono integrati. Una decina di loro fanno volontariato in Comune. L’allenatore della squadra di calcio è un migrante. A far cambiare le cose è bastata una rissa – raccontano al bar -, nel centro di accoglienza, quando alcuni ivoriani se le sono date di santa ragione con dei nigeriani. L’arrivo dei carabinieri e delle ambulanze ha fatto scattare in paese un allarme del tutto ingiustificato.

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons