Burkina Faso, ancora attacchi jihadisti

Non cessano gli atti terroristici nel Paese dell’Africa occidentale. Questa volta nell’Est del Paese. Il problema delle infiltrazioni preoccupa non poco, anche perché colpisce anche Ciad, Mauritania, Mali e Niger  
AP Photo/ Ludivine Laniepce

La regione del Sahel è stata nuovamente presa di mira da sospetti jihadisti. Un posto di blocco, prima, e poi una brigata di gendarmeria e una stazione di polizia sono state attaccate sabato scorso nel Burkina Faso orientale. Il bilancio ufficiale riporta due morti tra cui un ufficiale di polizia. Gli attacchi contro le due stazioni di polizia sono stati simultanei: i fatti si sono in effetti verificati nella notte tra il 16 e il 17 giugno tra le 22 e mezzanotte. Secondo la polizia, una dozzina di individui armati non identificati sono arrivati a piedi direttamente dalla contigua foresta.

Il posto di blocco dell’Ufficio nazionale di sicurezza stradale di Tindangou nella provincia di Kompienga, a 120 chilometri dalla città di Fada N’Gourma, era stato il primo obiettivo degli aggressori. Durante quest’attacco, un poliziotto era stato ucciso. La stessa sera del 16 giugno, poi, la stazione di polizia e quella di gendarmeria di Comin-Yanga, a 50 chilometri da Fada N’Gourma a Koulpelogo, sono stati messi nel mirino dei terroristi. Un assalitore è stato abbattuto durante questo doppio attacco. Gli altri sono riusciti a fuggire. Alla gendarmeria Comin-Yanga non ci sono stati feriti tra le fila delle forze di sicurezza, ma una grande quantità di materiale è stata portata via dagli aggressori, tra cui armi, moto e almeno un veicolo, in base a una fonte sicura.

L’attacco arriva un mese dopo un’operazione congiunta delle forze di sicurezza del Togo, del Ghana, del Bénin e del Burkina Faso. L’operazione condotta tra il 15 e il 18 maggio ha arrestato più di 200 sospetti nei quattro Paesi, tra cui 52 nel territorio del Burkina Faso. Due dei 52 sospetti erano stati presentati come presunti terroristi.

Burkina Faso, Ciad, Mauritania, Niger e Mali sono da almeno due anni presi di mira da bande armate che infestano la regione del Sahel. Gli attacchi sono ricorrenti, ma le risposte non appaiono davvero adeguate. La forza del G5, Sahel creata per porre fine alle incursioni degli attaccanti, non è ancora funzionale, a causa della lentezza burocratica e della mancanza di interesse di alcune potenze occidentali.

 

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