Buone Pasque!
Quante Pasque ci sono? Per capirlo si deve fare un po’ di storia. Iniziamo dalla più antica, la Pasqua ebraica. Il cui vero nome è Pesach. Le sue origini risalgono alla Bibbia. Al racconto della notte in cui Dio mostrò la sua tremenda grandiosità colpendo gli egiziani che si rifiutavano di liberare gli ebrei: «In questa notte io passerò attraverso l’Egitto e colpirò a morte ogni primogenito egiziano». L’angelo di Dio però risparmiò gli ebrei che avevano segnato gli stipiti delle porte col sangue di agnello: «Vedrò il sangue e passerò oltre». La frase “passare oltre” è stata resa in ebraico col termine pesach, che in italiano traduciamo con “Pasqua” aggiungendo l’aggettivo “ebraica”.
Per gli ebrei
Pesach è la festa più importante per gli ebrei. Dura 8 giorni, iniziando la sera del 14 Nisan, mese del loro calendario lunare. A Pesach la famiglia si ritrova a casa, perché il focolare domestico è il principale luogo di culto per gli ebrei. Si consuma un pasto rituale chiamato seder, che significa “ordine”: infatti i cibi si consumano secondo un ordine definito. Fanno parte del seder: i pani azzimi, non lievitati, posti al centro della tavola in ricordo della precipitosa fuga dall’Egitto un gambo di sigilla il legame di Pesach con la primavera, con la frescehzza della natura che rinasce dopo il sonno invernale; le erbe amare, che rappresentano la durezza della schiavitù in Egitto; una zampa arrostita di capretto, per ricordare l’offerta dell’angelo che si faceva al tempo di Gerusalemme; un uovo sodo, a memoria del lutto per la distruzione del Tempio; e una marmella di mele, datteri, mandorle, prugne, noci, e vino, simbolo della malta usata dagli schiavi abrei nelle opere di costruzione in Egitto. Durante il pasto si benedizione. La tradizione vuole che durante seder i bambini rivolgano ai più anziani delle domande: «Perché questa notte è diversa da tutte le altre notti? Perché soltanto pane azzimo? Perché le erbe amare?». È l’occasione per raccontare le sofferenze degli israeliti in Egitto, le piaghe che Dio mandò agli egiziani, i miracoli che l’Eterno compì per liberare il suo popolo. Pesach è infatti un grandioso inno alla libertà. Rallegrano il seder i canti tradizionali: tra essi c’è la storia del capretto, emblema del popolo ebraico, resa celebre da Branduardi come La fiera dell’est.
Una tradizione di Pesach è stata in qualche modo transitata da noi, diventando pratica comune: sono le “pulizie di Pasqua”. Che, almeno un tempo, si facevano: perché arrivava la primavera; ma anche perché, prima di Pesach, gli ebrei puliscono scrupolosamente la casa per eliminare ogni traccia di lievito.
Per i cristiani
Veniamo alla Pasqua cristiana. Che è strettamente legata a quella ebraica, perché durante i giorni di Pesach dell’anno 30 o giù di lì Gesù fu ucciso in croce e poi risorse.Ed è questo evento straordinario per la storia umana, che si celebra a Pasqua. I cristiani, fino al II secolo, celebravano la Pasqua il 14 di Nisan per ricordare la morte di Gesù, che, secondo l’evangelista Giovanni, era avvenuta in quel giorno. Poi la festa fu spostata alla domenica. Successivamente fu deciso di fissare il giorno di Pasqua la prima domenica che segue la prima luna piena dopo l’equinozio di primavera. Ed è così che si calcola ancora oggi la sua data. Pasqua è quindi una festa mobile che può capitare tra il 22 marzo e il 25 aprile.
Calendari diversi, date diverse
Ma… c’è ancora un inghippo. Per tanti secoli sia Occidente sia Oriente seguivano il calendario istituito da Giulio Cesare nel 45 a.C., chiamato calendario giuliano. Ma nel 1582 papa Gregorio XIII, fece una importantissima riforma del calendario, che da lui prese il nome di gregoriano. Perciò la Chiesa cattolica, quelle evangeliche, quella valdese e quella anglicana che seguono questo calendario, hanno la stessa data di Pasqua. Ma le Chiese ortodosse sono rimaste, per il culto, al calendario giuliano. Da qui le differenze di date delle Pasque. Inoltre i canoni della Chiesa ortodossa vogliono che Pasqua debba cadere sempre dopo Pesach: nei Vangeli infatti si dice che Gesù sia risorto la prima domenica dopo la Pasqua ebraica.
Cosa non garantita dalla data della Pasqua cattolica e protestante. Ci sono poi i copti ortodossi, che seguono un altro calendario, quello alessandrino. Esso parte dal 284, quando Diocleziano divenne imperatore. Durante il suo regno ci furono sanguinose persecuzioni dei cristiani, specialmente in Egitto. Motivo per cui quell’anno zero è indicato con A.M., “Anno dei Martiri”. La loro Pasqua capita in un giorno ancora differente dalle altre date. Però tutte le Pasque cristiane celebrano lo stesso evento: la risurrezione di Gesù. Ed è per questo che la Chiesa cattolica ha recentemente aperto alla possibilità di una data fissa per Pasqua, in modo che tutti i cristiani possano festeggiarla nello stesso giorno. Papa Francesco ha sottolineato la sua approvazione a questa iniziativa con una battuta: «Se un cattolico e un ortodosso si incontrano si chiedono: il tuo Cristo è già risorto? Perché il mio risorge domenica prossima».
Unità di senso
Se Pesach è un inno alla libertà, la Pasqua è un inno alla vita, inaugurata in tutta l’esplosione della sua bellezza senza fine dalla resurrezione di Gesù. E se Pesach ha la sua tradizione nel seder, Pasqua ha la sua tradizione nelle uova di cioccolato o decorate, e in Italia nel tipico dolce a forma di colomba. La consuetudine di regalare uova per Pasqua è vecchia come il Medioevo. L’uovo era già considerato simbolo della vita in tante culture, dai tempi più antichi. E nel cristianesimo è diventato segno della risurrezione: perché l’uovo somiglia un po’ a una pietra, come il sepolcro di Gesù; ma all’interno del suo guscio c’è una vita nuova che sta per sbocciare, come nella risurrezione. La colomba invece dolce di origine milanese nato agli inizi ’900 – deve la sua forma al volatile che è considerato simbolo della pace in tante religioni. E nella Bibbia, dall’Arca di Noè al battesimo di Cristo, è rappresentazione di speranza, salvezza e dello Spirito di Dio Quest’anno gli ebrei festeggiano la loro Pasqua a partire dalla sera del 10 aprile; per coincidenze dei calendari, gli ortodossi la celebrano il 16 aprile, proprio lo stesso giorno di cattolici, evangelici, anglicani e valdesi; i copti ortodossi il 1 maggio. A tutti, buone Pasque!