Buona la prima
Se il buongiorno si vede dal mattino, questi Europei di calcio sembrano destinati a non deludere le attese della vigilia. Fatta eccezione per il noioso pareggio tra Francia e Inghilterra, che da presunte favorite del loro girone hanno pensato più a non farsi del male che a giocare, gli altri sette incontri sin qui disputati non hanno infatti lesinato emozioni.
Prendete la partita d’esordio del torneo, quella che si è disputata venerdì pomeriggio tra i padroni di casa della Polonia e la Grecia. Parliamo di due squadre tra le cui fila non abbondano certamente giocatori ricchi di talento, fatta eccezione forse per il terzetto polacco (Piszczek, Blaszcykowki e Lewandowski) che a livello di club ha vinto per due volte consecutive il campionato tedesco nelle file del Borussia Dortmund.
Non ci si aspettava quindi un grande incontro, invece ne è venuto fuori un match divertente, ricco di colpi di scena, con i polacchi che sono passati meritatamente in vantaggio e che in seguito sono rimasti in undici contro dieci per l’affrettata espulsione del difensore greco Papastathopoulos. La partita a quel punto sembrava essersi messa in discesa per i giocatori biancorossi, ma la Grecia, invece di abbattersi, ha trovato da questo episodio negativo nuova linfa vitale. L’allenatore ellenico ci ha messo del suo azzeccando un cambio, e la partita è girata in un attimo. I greci hanno prima pareggiato proprio con il neo entrato Salpingidis, e alla fine hanno addirittura sfiorato la vittoria fallendo una facile occasione da gol e un calcio di rigore.
È il bello del calcio, e più in generale dello sport, dove tutto può sempre succedere. Chi l’avrebbe detto, ad esempio, che l’Olanda, una delle nazioni favorite di questo torneo, inciampasse subito al primo ostacolo contro la “modesta” Danimarca? Eppure è successo. Agli Orange, vicecampioni del mondo in carica, non sono state sufficienti le giocate dei vari Robben, Schneider e Van Persie, nella circostanza troppo discontinui. Così, è bastato un gol del semisconosciuto attaccante del Brondby Krohn-Deli, che ha approfittato di alcune evidenti lacune del reparto difensivo olandese, perché si materializzasse la prima grande sorpresa di questi Europei. Gli arancioni, che a dire il vero in alcune circostanze sono stati anche un poco sfortunati, potranno certamente rifarsi grazie alle numerose stelle di cui dispongono, ma adesso non possono più sbagliare.
Chi invece non ha fallito la gara d’esordio è stata la Germania. Opposta a una delle “mine vaganti” del torneo, il Portogallo guidato dall’asso del Real Madrid Cristiano Ronaldo, la formazione tedesca ha confermato la sua solidità ma ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per avere la meglio sulla squadra lusitana. Proprio pochi attimi prima di essere sostituito, il suo centravanti, Mario Gomez, ha realizzato il gol decisivo di una partita assai vivace, mentre i numerosi tentativi portoghesi di arrivare al pareggio si sono infranti prima sui pali (centrati da Pepe e Nani) e poi su Neuer, il fortissimo estremo difensore tedesco che ha compiuto alcuni interventi risultati decisivi.
Molto buono è stato anche l’esordio della Russia, nel cui facile successo contro la Repubblica Ceca si sono messi in luce i gioiellini di centrocampo Arshavin e Dzagoev, e della Croazia, che guidata dal talentuoso Modric ha avuto la meglio sull’Irlanda del Trap al termine, anche in questo caso, di una partita gradevole. Grande spettacolo l’hanno regalato poi Ucraina e Svezia, accompagnate dai loro variopinti sostenitori che hanno colorato di giallo e blu (i colori di entrambe la squadre) gli spalti dello stadio di Kiev, che hanno giocato una partita a tratti esaltante sospinte da due campioni del calibro di Zlatan Ibrahimovic, che aveva portato momentaneamente in vantaggio gli scandinavi, e del quasi trentaseienne Andriy Shevchenko, autore della doppietta vincente che ha donato un momento di gioia indimenticabile al pubblico ucraino.
E l’Italia? Diciamolo francamente, dopo la deludente amichevole persa 3-0 con la Russia non erano in molti a scommettere sulla possibilità che gli azzurri potessero ben figurare opposti, nel loro primo incontro dell’Europeo, ai campioni del mondo della Spagna. Prandelli invece è stato davvero bravo a tenere saldo il gruppo, infondendo nei suoi giocatori abbondanti dosi di convinzione e autostima, e alla fine ne è venuta fuori una prestazione davvero convincente (superlativo in particolare De Rossi schierato al centro della difesa), una partita giocata con attenzione e con il cuore contro una formazione che, da un punto di vista squisitamente tecnico, si è confermata essere ancora una volta tra le migliori al mondo.
Sì, la nostra squadra è piaciuta, ed è piaciuto anche l’atteggiamento del nostro commissario tecnico che, con alcune sostituzioni “senza sconti”, in particolare quella compiuta appena dieci minuti dopo l’inizio del secondo tempo ai danni di un Balotelli a tratti evanescente e nervoso, ha mandato un chiaro segnale ai suoi ragazzi: le gerarchie non le fanno i meriti acquisiti, i nomi “altisonanti” o i titoli sui giornali. Le gerarchie le fa il campo, attimo dopo attimo, e gioca chi di volta in volta se lo merita di più. Ora bisognerà mettere da parte i tanti complimenti e consensi piovuti improvvisamente sulla nostra squadra (ma una settimana fa, dopo la sconfitta in amichevole con la Russia, non eravamo una squadra senza speranze?), e concentrarsi sulla difficile sfida con la Croazia (in programma giovedì 14 alle 18.00), per un match che si annuncia già decisivo.