Buon Compleanno, Maestro!

 Compie sett'antanni il pianista Maurizio Pollini, tra i migliori al mondo e raffinato esecutore di musica classica
Maurizio Pollini
 Ha compiuto settant’anni, Maurizio Pollini. Pianista considerato forse il migliore oggi al mondo, uomo riservato ma anche di forte impegno sociale – si definisce “uomo di sinistra” – come l’amico Claudio Abbado, ha debuttato giovanissimo nel 1960 vincendo il prestigioso Premio Chopin a Varsavia. Da allora, nel suo repertorio è entrato si può dire tutto il mondo della musica, visto che spazia da Bach ai romantici, da Chopin a Schonberg ai contemporanei. Mozart non è stato tra gli autori più frequentati. Perciò è con un vero entusiasmo di pubblico, alla presenza di Giorgio Napolitano,  che il 18 gennaio a Roma, all’Accademia Nazionale di santa Cecilia,  si è accolto il Concerto k. 488 di Mozart, autore fra i massimi e i più difficili.

 

Pollini è celebre per la precisione del tocco, la cristallina purezza del suono, l’infallibile senso ritmico: qualità che l’hanno fatto amare, anche se talora le sue interpretazioni risultavano matematicamente perfette, con qualcosa tuttavia di freddo, come u n timore di lasciarsi andare,di svelarsi e oltrepassare la naturale ritrosia.

Per il suo compleanno – festeggiato dal direttore Antonio Pappano e dagli orchestrali – Pollini ha fatto i l regalo di un Mozart accolto con totale apertura, lasciandosi portare dall’emozione, dall’anima di Amadeus che è brillante (primo tempo), malinconica (Adagio) e giocosa (finale).

 

Questo concerto, che Mozart scrisse nel 1786, in un anno di grande felicità creativa – basti pensare al capolavoro delle Nozze di Figaro – è veramente uno specchio di “chi è” Mozart: giovane estroso amante della vita  e della festa, ma poi capace di tristezze straordinarie. L’Adagio inizia con un “a solo” del pianoforte – e qui Pollini ha mantenuto quella compostezza interiore sua, ma anche mozartiana – e poi si scioglie in lacrime dell’orchestra con un tale dolore che sembra un Requiem (Pollini lo sa, l o sente, e le sospensioni, i singhiozzi dell’orchestra e del piano dialogano di continuo). Mozart è così: passa all’improvviso dalla giocosità al dolore, ma non esagera mai, è la sua una musica di un grande pudore.

 

Pollini leviga le note con delicatezza, le offre all’orchestra per poi tacere e riprenderle in variazioni controllate, ma libere.

E’ un Pollini che finalmente , padrone assoluto della tecnica come pochi altri, fa parlare i l cuore che è l’essenza della musica. Ed il pubblico non finisce più di applaudire. Per chi volesse riascoltarlo in questa musica, c’è la splendida incisione con i Wiener Philarmoniker diretti da un grande Karl Bohm (DGG 2001).

 

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