Buon compleanno Famiglie Nuove!
Sono famiglie che vivono quotidianamente, come tante altre, le gioie e i dolori che la vita gli offre; hanno anche, però, la coscienza che Dio li ama immensamente e vogliono portare questo amore nel mondo, tra le altre famiglie, soprattutto dove più si soffre. Sanno che è un amore possente, e lo sanno perché lo hanno sperimentato, perché talvolta ha ricucito le loro stesse ferite: Quando abbiamo incontrato la spiritualità di questo movimento – raccontano due sposi dell’Ecuador – stavamo attraversando il momento più difficile della nostra vita, forse ci saremmo separati . Invece quell’incontro li ha aiutati a superare le incomprensioni. E la spiritualità dell’unità, che hanno scelto di vivere, alimenta oggi il loro desiderio di aiutare altre famiglie e di lavorare perché ci si avvicini alla fraternità universale. Le famiglie del movimento naturalmente sanno quanto ciò sia faticoso. Viviamo in una società che pensa l’essere umano come se fosse una macchina – racconta una coppia degli Stati Uniti -. Nei media si vede che se una macchina non funziona bene la si cambia, così si rischia di fare la stessa cosa con la moglie o col marito. Talvolta, invece, il successo familiare, continuano a raccontarci, viene misurato secondo le modalità del sogno americano, dell’American dream: un bel lavoro, una bella casa, una bella auto, dei figli ben riusciti. E questo è tutto. L’amore autentico all’interno della famiglia è assente. E se è assente all’interno, figuriamoci fuori. Le distanze, i ritmi lavorativi ci isolano individualmente e come coppia. Per questo abbiamo iniziato a creare occasioni di incontro con altre famiglie, attraverso picnic, camping, falò, cene affollatissime. Sono tutte opportunità per riscoprire insieme la bellezza della vita familiare. Oggi il Movimento Famiglie Nuove conta circa 800 mila famiglie diffuse in 182 Paesi ma, come racconta Danilo Zanzucchi, responsabile mondiale del movimento insie me a sua moglie Annamaria, all’inizio eravamo proprio in pochi: quando Chiara Lubich ci radunava a Roma, entravamo tutti nel salotto di casa sua. Ed è proprio da un discorso profetico della fondatrice del Movimento dei focolari, di cui Famiglie Nuove è una diramazione, che tutto ha avuto inizio. Il 19 luglio 1967, dopo aver raccolto intorno a sé alcuni sposati, Chiara annunciò loro che sarebbe nato un movimento per famiglie, per dare il massimo frutto al grande sacramento del matrimonio nel mondo. E, accingendosi a delinearne la fisionomia, aveva premesso che nella famiglia gli sposi dovevano portare prima di tutto la pura spiritualità, che è cristianesimo autentico, con l’amore reciproco. Dal Vangelo vissuto, aveva aggiunto Chiara, sarebbero nate nuove famiglie che con la loro vita avrebbero testimoniato la bellezza e la pienezza del matrimonio. In seguito sarebbero arrivate la stampa, le scuole permanenti per la famiglia, la cura dei fidanzati, l’attenzione ai vedovi e l’accoglienza degli orfani. Poi, come se riflettesse ad alta voce, si era chiesta quali famiglie sarebbero state da preferire, da incontrare per prime. E subito era arrivata la risposta: Dio ha affidato a noi un suo volto particolare che è quello di Gesù abbandonato. Quindi noi dobbiamo preferire le famiglie in cui quel volto brilla maggiormente. E aveva concluso raccomandando che questo amore non restasse nel campo sentimentale, ma producesse quelle opere che ci seguiranno in Paradiso. L’impressione prodotta dal discorso del ’67 fu grande: gli sposati del movimento ne recepirono la sostanza e si misero a lavorare. La prima sede del movimento nascente fu un piccolo salotto. Faceva loro da guida Igino Giordani, deputato parlamentare e scrittore cattolico, che, per primo aveva colto la forza profetica del discorso del 19 luglio. Le tue parole – aveva scritto subito a Chiara – assegnano agli sposi consacrati una missione esplosiva, di riforma del mondo. Con i pochi soldi ricevuti di provvidenza era stato possibile acquistare i francobolli per spedire le prime lettere… Da quei primi giorni il movimento si è diffuso in modo sorprendente e la sua azione si è fatta sempre più capillare. Le manifestazioni che esso organizza sono cresciute in numero e risonanza. Il 3 maggio 1981 al Palaeur di Roma si tiene il primo raduno mondiale di Famiglie Nuove, il Familyfest, dal titolo La famiglia e l’amore; vi partecipa anche Giovanni Paolo II. Nel 1993 ha luogo, ancora a Roma, il secondo Familyfest con 14 mila partecipanti di 70 nazioni, mentre sei congressi si svolgono contemporaneamente nei diversi continenti, collegati grazie a tecnologie d’avanguardia. Il Familyfest del 2005 viene trasmesso in mondovisione da piazza del Campidoglio a Roma, in concomitanza con 193 meeting che si svolgono in altrettante città e capitali di 77 Paesi: vi assistono autorità e vi partecipano personaggi dello spettacolo. Anche le pubblicazioni sulla famiglia si intensificano. I primi arti- coli apparsi sulla nostra rivista Città nuova iniziano ad essere raccolti in volume, si pubblicano testi specifici a carattere sociologico e psicologico, si trascrivono esperienze di sposi, di famiglie, di genitori e figli. Dal mondo dei media a quello della cultura il passo è breve. Nel 1982 a Loppiano (Incisa Valdarno-Firenze) con l’arrivo di tre famiglie provenienti rispettivamente dall’isola di Futuna, dalla Corea e dal Messico ha inizio l’esperienza della Scuola internazionale per famiglie, cui Chiara Lubich dà il titolo emblematico di Scuola Loreto. Dal 2004 partono anche i Family Point, percorsi di studio per famiglie organizzati secondo moduli periodici. Dal 2006 i moduli formativi elaborati a Loppiano vengono richiesti dall’Università spagnola di Almeria, mentre Famiglie Nuove ottiene l’accreditamento come Agenzia formativa, secondo le disposizioni dell’Ue. Al movimento viene inoltre affidata la vice-presidenza del Forum nazionale delle famiglie e la presidenza di cinque Forum regionali. Già dal ’76, poi, si organizzano corsi annuali per fidanzati. Sono stati momenti di grande profondità – ci racconta una giovane famiglia italiana che partecipa alla festa del 40° -. Da tre anni, poi, siamo noi a seguire un gruppo di fidanzati: quando ci incontriamo, raccontiamo le nostre esperienze quotidiane e cerchiamo ogni volta di offrire spunti per il dialogo e l’ascolto reciproci nella coppia. Da qualche anno si svolgono anche incontri per i vedovi. La presenza di Gesù nel movimento che sta per sorgere – aveva detto Chiara Lubich nel ’67 -, deve essere tale da riempire il vuoto di queste creature, così preziose davanti a Dio. E Lila del Portogallo, che da quasi dieci anni ha perso il marito, sembra confermarlo quando racconta che l’esperienza di unità che ha vissuto con lui dura, come promesso nel patto coniugale, per tutta la vita, sia terrena che soprannaturale. La strada – dice -, non si è interrotta, solo si è indirizzata verso il cielo. Nel ’78 ha luogo a Firenze il primo convegno sull’adozione e l’affidamento. Famiglie Nuove è fra i primi enti in Italia a mettere in atto le adozioni a distanza: al momento i bambini sostenuti sono 18.650, distribuiti in 52 nazioni. Nel Duemila si candida come ente per le adozioni internazionali e ottiene l’autorizzazione a operare in undici Paesi: grazie al suo impegno già 321 bambini abbandonati hanno trovato una famiglia. Ma oggi la grande sfida di Famiglie Nuove è costituita dalle tante coppie che si separano. Le statistiche mondiali parlano di una media del 30 per cento circa di matrimoni che si rompono e si ricostituiscono con percorsi travagliati e difficili. Nessun giudizio affrettato e superficiale – ci spiega Maria Scotto della segreteria centrale di Famiglie Nuove -. Bisogna invece accogliere nel nostro cuore l’abbandono, la solitudine e tutti i drammi della separazione. Certo, la strada da percorrere è ancora lunga, anche se alcuni separati, che condividono la spiritualità del movimento, non hanno smesso di confidare nell’amore di Dio e si sentono impegnati in prima linea nel portare al maggior numero di persone la bellezza di una vita vissuta alla luce del Vangelo. Anche il papa, che nella mattinata di sabato 3 novembre ha ricevuto in udienza privata i 500 rappresentanti di Famiglie Nuove, dopo averne sottolineato l’impegno di evangelizzazione silenzioso e profondo, che mira a testimoniare come solo l’unità familiare, dono di Dio-Amore, possa rendere la famiglia vero nido d’amore, auspica che, anche grazie all’impegno del movimento, possano essere individuate strategie pastorali tese a venire incontro ai crescenti bisogni della famiglia contemporanea e alle molteplici sfide a cui essa è posta di fronte. Questi 40 anni, con le iniziative che li hanno caratterizzati e con i frutti maturati, testimoniano quanto l’iniziale ispirazione di Chiara Lubich fosse giusta. E siamo certi – confermano i coniugi Zanzucchi – che questa profezia sarà fonte di ulteriori passi nella scoperta e valorizzazione del grande sacramento del matrimonio. Tanti auguri, Famiglie Nuove!