Buon compleanno Asterix!
Sul settimanale francese "Pilote" comparivano cinquant'anni fa i protagonisti del fumetto europeo più venduto nel mondo. Le ragioni del successo.
«Sono pazzi questi romani»; «Mi sento un po’ giù Panoramix»; «No, Obelix. Il filtro magico non te lo do. Ti ho detto mille volte che ci sei cascato dentro da piccolo». Battute celeberrime che hanno attraversato la nostra adolescenza ispirata dall’epopea di Asterix e Obelix in perenne lotta contro i romani. L’idea nasce cinquant’anni fa e, come tutte le idee semplici, ha successo.
L’incipit narrativo è presto descritto. Protagonisti: Asterix e Obelix. Antagonisti: i romani. Il conflitto è perpetuo e non importa se l’esito ha un risultato sempre scontato: i romani se la danno sempre a gambe levate. La ripetizione delle gag e dei caratteri non è mutata nel tempo. Siamo nel 50 a.C. e tutta la Gallia è occupata dagli invasori romani tranne che un piccolo villaggio dell’Armorica, nel nord ovest della Francia che resiste; resiste agli accampamenti fortificati di Babaorum, Aquarium, Laudanum e Petitbonum.
Resistenza è una prima parola chiave per “leggere” il fumetto, forse allusiva al ricordo della resistenza contro i nazisti, o meglio, secondo alcuni storici alla resistenza di De Gaulle contro gli Usa. Nel 1959, anno di nascita del fumetto, era nata da poco la Quinta Repubblica francese e De Gaulle, dopo aver chiuso la guerra d’Algeria, e aver varato una politica europeista, abbandona la Nato, resiste di fronte all’invasione culturale e alla tutela americana dopo il Secondo conflitto mondiale. L’idea della resistenza è ben rappresentata visivamente da un villaggio fortificato, circondato dai romani e dal mare, da cui non si può sfuggire. La lotta continua è l’unica via di vita in un mondo gallico che ha leggi sue proprie, anche queste in opposizione a quelle belliche romane. Mentre le legioni fanno gioco di squadra e puntano sull’organizzazione, ai Galli basta una coppia, per giunta comica, per sbaragliarli.
La loro forza è sovrumana perché hanno un segreto, una pozione magica che Panoramix, il druido del villaggio, prepara per Asterix. Obelix, suo fedele compagno, appassionato di cinghiali e di mischie paurose, come sappiamo, non ne ha bisogno.
Anche se estremamente differenti per corporatura, intelligenza, comportamento, Asterix e Obelix, sono una coppia che agisce come quasi fosse una sola persona: sono nati lo stesso giorno, hanno la stessa forza che viene da dentro, da un filtro magico in questo caso, potente come l’energia di un’esplosione nucleare. Il fumetto insegna che nell’infinitamente piccolo e limitato – i nostri protagonisti sono dei non-eroi della periferia dell’Impero –, ci può essere una forza piena e totale, se unitaria e compatta, capace di sbaragliare i nemici, anche fossero i padroni del mondo, l’esercito dominante ma senza anima, identità e reale unità di popolo. Non importa se non ci sia nulla di storico in tutto ciò, nel fumetto, come in altre arti, avviene la “sospensione della credibilità”, si crea un mondo nuovo che diventa però paradigmatico e verosimile.
Avranno pensato a tutto ciò i creatori, lo sceneggiatore René Goscinny, scomparso nel 1977, e il disegnatore Albert Uderzo? Certamente no! Le leggi della fantasia e del divertimento sono parzialmente inconsce; ma, certo, Asterix rappresenta il carattere indomito del francese, sempre pronto a spaccare il capello in quattro e ben calato nei panni di difensore della grandeur francese, anche se nessuno ha mai capito bene di cosa si tratti.
E proprio in occasione del 50° anniversario della nascita, la Mondadori pubblica un nuovo episodio, il 34esimo, ma solo celebrativo, dal titolo Il compleanno di Asterix e Obelix. L’albo d’oro. In pochi giorni ha venduto quattro milioni di copie in tutto il mondo. Lo stesso successo decretato agli altri episodi, incuranti della storia e della geografia, e dai titoli curiosi: Asterix e Cleopatra, Asterix in America, Asterix e la Traviata, segnando un balzo temporale che, solo per questi episodi, spazia dal 69 a.C. al 1853.
Anche nell’ultimo episodio si gioca d’azzardo temporale e, solo per poche strisce, i protagonisti sono invecchiati di cinquant’anni, prima che si ribellino al loro creatore e disegnatore, Albert Uderzo che, da solo e con stile artigianale, ha portato avanti l’impresa che dal 29 ottobre del 1959, iniziando le pubblicazioni sulla rivista Pilote, ha venduto 330 milioni di copie in 107 lingue.
Ancora oggi, Uderzo, disegna a mano, a 82 anni e pur essendo daltonico, le 44 tavole che compongono ogni nuovo episodio. E controlla personalmente le traduzioni che hanno successo perché “inculturate” nei giochi di parole e modi di dire locali. Un successo, insomma, artigianale e linguistico.