Buon Anno! (con cinque erre)
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«Come si scrive “Buon anno”? Con cinque erre?», chiede il bambino. «Ma che dici? Buon anno si scrive “buon anno”», controbatte l’adulto. «E se fosse invece con cinque erre? – insiste il bambino –. Perché non cambiare?».
Domanda ingombrante, che richiede risposte coraggiose. E necessita di una grammatica nuova, come indica il cardinal Tettamanzi nella sua recente lettera natalizia ai bambini. Sull’esempio di Gesù, che si fece povero tra i poveri, per amore: “formula segreta”, oggi ancor più necessaria. Una formula, quest’anno, principalmente in versione etico-economica, composta da cinque verbi che iniziano con erre: Ridurre gli sprechi, Riciclare, Riparare invece di buttare, Rispettare le cose (e le persone che le hanno realizzate), Regalare con gioia a chi ne ha più bisogno.
Prospettiva in totale antitesi con il consiglio: «Spendete, spendete, che la crisi passerà». Non un’ingenua ricetta no-global o anti-consumo, ma un invito a riconsiderare scelte e stili di vita. Più sobrietà, rispetto, solidarietà. Perché dalle crisi si esce attraverso una “ridistribuzione della ricchezza”, non solo materiale. È nella cura reciproca che l’interesse diventa vero interesse e il capitale vero capitale. Cose semplici, eppur essenziali, che spesso sfuggono ai grandi, ma non allo sguardo sapiente dei piccoli.
È possibile spiegare queste cose ai bambini? Cosa e chi muove gli interessi? Come coniugare iniziativa, spirito d’impresa (personale e sociale) con equità e fraternità? Prendiamoci veramente a cuore di spiegare ai giovani, fin da piccoli, i “perché” e le leggi più umane del vivere economico: che la felicità è frutto dell’amore e non è racchiusa in un pacco della fortuna; che non si regalano cose, ma si regala sé stessi; che gratuità non vuol dire gratis, ma un di più di attenzione all’altro, di volontà di fare le cose bene, con responsabilità e giustizia.
Buon anno, dunque! Con cinque erre, da attuare subito per fare di quest’anno un anno nuovo. Un impegno che trova il suo prezioso fulcro nell’arte del Ricominciare: una erre “rivoluzionaria”, che apre alla speranza e a nuovi modelli di sviluppo.