Buon anno nuovo, cari lettori!
Auguri, famiglie!
«Vorrei lanciare un appello ai giovani: se avete qualche problema, confrontatevi con i genitori. Per qualsiasi cosa, per una piccola bugia, parlatene. Tirate fuori ciò che avete dentro». A parlare così è Luisa Cesaron, madre di Riccardo Faggin, il 26enne padovano schiantatosi con l’auto alla vigilia di una laurea che, in verità, non era prevista. Il giovane, infatti, aveva superato solo qualche esame e tutto fa pensare che l’incidente sia stato cercato per coprire definitivamente quella insopportabile bugia detta in famiglia. «Ma vorrei lanciare un appello anche ai genitori – continua la mamma –. Se i figli vi raccontano qualche bugia, non dico di perdonarli subito, ma di provare a comprenderli. E di cercare di captare segnali, anche delle piccole cose».
Chissà quanti genitori si ritrovano a vivere dinamiche simili, che, pur non avendo il tragico epilogo della storia che stiamo descrivendo, hanno, comunque, risvolti dolorosi. Conosciamo famiglie di questo tipo, così come conosciamo, al contrario, famiglie dove l’apertura, la condivisione, la cura degli uni verso gli altri porta a superare anche i momenti più difficili. Mi passano per la mente due famiglie molto diverse fra loro, accomunate però da quei legami forti che sono una carta vincente. In una di queste, due figli maschi oramai grandi, non sono mancate difficoltà di ogni tipo e di una certa entità: relazionali fra marito e moglie, di salute, economiche. C’è stata però sempre una grande apertura per cui, anche nei loro momenti più critici, i figli hanno potuto raccontare ai genitori, confidarsi, essere aiutati. Sono stati poi i figli, in particolare il maggiore, a farsi carico dei momenti di crisi dei genitori, a tendere la mano per rialzarsi e ripartire.
Altra famiglia, altra situazione. Due figli, una ragazza poco più che maggiorenne e un ragazzo sedicenne. Una coppia serena, affiatata, bella da vedersi insieme. Una casa molto curata ma non sfarzosa: tutto molto armonioso, a contatto con una natura ricca di fascino. Certamente qualche problema ci sarà – penso solo all’età sfidante dei figli – ma c’è, al contempo, quel dialogo e quell’equilibrio che, ne puoi stare certo, fa sentire tutti al sicuro. Un particolare mi ha colpito a casa loro: la presenza di tante scatole di giochi di società. Può sembrare insignificante. Eppure ho visto quanto sia sano trovarsi davanti al camino e giocare insieme, genitori e figli. Semplice, normale, ma anche forse un po’ speciale stare bene insieme a quell’età.
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