Bruce Hornsby, non sparare sul pianista
Un disco di speranza per il futuro, di ricordi del passato, e allo stesso tempo di apprezzamento per i giorni di pace, così rari se consideriamo il momento che stiamo vivendo. Molte di queste canzoni le ho scritte basandomi sulle mie esperienze di padre, un padre che si prende cura dei propri figli: ho cercato di mettermi nei loro panni: non è facile essere bambini oggi. Così il pianista e cantautore virginiano definisce il suo nuovo album, il nono della sua discografia, appena arrivato sui mercati internazionali. Un album bello e profondo, ancor più importante se consideriamo le prove un po’ opache che l’hanno preceduto. Perché nonostante i suoi dieci milioni di copie vendute in vent’anni di carriera e i tre Grammy Awards in bacheca, Hornsby si portava addosso i far- Wolfdelli tipici della promesse non pienamente realizzate. Colpa anche del suo folgorante debutto, di quel The way it is che l’aveva trasformato, intorno alla metà degli anni Ottanta, nel nuovo paradigma del pianismo cantautorale, talmente forte da reggere il confronto con mostri sacri come Elton John, Randy Newman e Billy Joel. Ma la sua scarsa propensione a sottomettersi agli imperativi dello showbusiness l’aveva pian piano emarginato, relegandolo sempre più spesso al ruolo di session man di lusso. Il nuovissimo Halcyon Days (Columbia – Sony Music) ha tuttavia le carte in regola per invertire la rotta. Undici canzoni dove l’amato pianoforte la fa ovviamente da padrone, ma che rivelano anche la ritrovata verve di compositiva dell’artista di Williamsburg. Per festeggiare i suoi primi cinquant’anni, Bruce ha chiamato intorno a sé stelle del calibro di Eric Clapton, Elton John e Sting, e sotto la direzione del producer Wayne Pooley, ha assemblato uno dei suoi dischi migliori. Atmosfere vagamente retrò che richiamano qua e là il ragtime, il vaudeville, gli andanti classicheggianti, ma anche certe ballatone countrieggianti che riportano alla mente i suoi pezzi forti. Eppure è un disco d’impatto sufficientemente moderno in grado di ben figurare anche sui mercati del pop contemporaneo. Penso alle mie canzoni come esseri viventi che evolvono e cambiano nel corso degli anni, ha affermato di recente: quelle dei giorni di Alcione certificano che il nuovo Bruce ha ancora molto da dire e da dare alla musica. CD NOVITÀ AA.VV UNITY-THE OFFICIAL ATHENS 2004 OLYMPIC GAMES ALBUM Emi Compilation a corredo delle ultime Olimpiadi. Come spesso capita in questi casi, s’alternano piatti stuzzicanti e soluzioni banali, firme altisonanti e carneadi più o meno dotati: un variegato crossover stilistico concepito per ribadire la voglia di pace, di armonia e di fraternità universale che è – o dovrebbe essere – una delle valenze più preziose di questo tipo di eventi. Parte dei proventi verranno utilizzati per sostenere alcuni progetti dell’Unicef in Africa. JILL SCOTT BEAUTIFULLY HUMAN Sony Ottima conferma a tre anni di distanza dal formidabile debutto che l’aveva eletta tra le migliori promesse del ne soul statunitense. Se vi piacciono Macy Gray, alicia Keys ed Ericah Badu non lasciatevela sfuggire AA.VV. THE PASSION OF CHRIST – SONGS Sony Come il titolo lascia chiaramente intendere la compilation in questione non è la colonna sonora del chiacchieratissimo film di Mel Gibson, bensì una raccolta di inediti ispirati dalla pellicola stessa. Opera discreta, anche se un po’ pretestuosa. Approccio decisamente pop, con Lauryn Hill e Angie Stone tra gli ospiti.