Brexit a sorpresa. La reazione sui media nel mondo
«La Gran Bretagna sbalordisce il mondo con il suo voto per lasciare l’Ue»: il titolo di apertura del sito del New York Times – per la prima volta interamente in maiuscolo, almeno a memoria di chi scrive – riassume nella sua semplicità la reazione del mondo intero davanti al responso delle urne. Un voto che, predice la testata, «ridisegnerà la posizione della Gran Bretagna nel mondo», e che «riflettendo il sentimento populista non mancherà di scuotere gli establishment politici dell’intero continente e del mondo occidentale». Ancor più che i commenti degli analisti, prova che anche negli Usa gli animi sono caldi è il fatto che, anche in ore in cui dall’altra parte dell’Atlantico è piena notte, i commenti degli utenti si susseguono rapidissimi: «Temo che si concretizzino scenari di tensione come quelli che l’Ue è nata per prevenire», scrive “Citizen” (“cittadino”); «Temo che questo sia il preludio alla vittoria di Trump – che ha applaudito alla Brexit, ndr – qui negli Usa», scrive Debra; «E’ come la caduta del muro di Berlino, ma al contrario», aggiunge Julian. Anche se non mancano commenti più entusiastici, come quelli di John, che sostiene che «la Nazione che più ci ha influenzati, dalla Magna Charta in poi, ora ci dà una lezione di coraggio. Speriamo che anche noi, nelle nostre elezioni, mettiamo in primo piano l’interesse della classe lavoratrice e di quella media: il sogno americano non esiste più, è tempo di rinegoziare un nuovo accordo».
Scelta grafica simile la fa anche lo spagnolo El Paìs, con un altro titolone a tutta pagina e tutto in maiuscolo, «Il Regno Unito vota compatto per lasciare l’Unione Europea». La sorpresa, anche qui, va dalla Borsa – oggi Madrid perde il 12 per cento, come campeggia in testa alla pagina – fino agli opinionisti: José Ignacio Torrelablanca parla di “Trexit”, il trauma che ha coinvolto tutta l’Europa stamattina; Maite Pagazaurtundua accusa Cameron di aver «prima promesso ai britannici “il migliore dei mondi”, ossia rimanere nell’Unione europea cogliendone solo i vantaggi e non gli svantaggi; ma si è comportato da irresponsabile, pensando solo ai suoi interessi nel breve periodo», arrivando così a mostrare a tutti «il peggiore dei mondi».
Il francese Le Figaro, poco sotto l’articolo di apertura, mette invece un sondaggio tra i suoi lettori in cui chiede se siano o meno soddisfatti del risultato del referendum: e un sorprendente 62 per cento risponde di sì, in una Francia che stamattina si è svegliata con Marine Lepen che invocava a gran voce la Frexit (l’uscita della Francia dall’Ue). Praticamente tutta la pagina web è dedicata alla Brexit, ma pare trasparire più pragmatismo che sorpresa: i titoli vanno da «Che fare per gli studenti» a «Che fare per gli espatriati» a «Che fare per le imprese che operano nel Regno Unito», e se si ammette che «per i mercati è l’inizio di un vero cataclisma», gli analisti francesi assicurano che tuttavia «I rapporti di forza rimangono a favore del grande mercato europeo». In quel di Parigi, tutto sommato, le acque appaiono quindi più tranquille.
E se Angela Merkel è stata tra i primi leader europei ad attivarsi questa mattina, anche in Germania le reazioni sembrano abbastanza compassate: Stefan Kurmany, editorialista di Der Spiegel, titola «L’Europa dopo la Brexit: dev’essere amore», e afferma che «l’Inghilterra ha lasciato l’Europa, ma questa è la democrazia; ora l’Ue deve rimettersi e si rimetterà sulla giusta strada. Ma questo può essere fatto solo con cuore e passione». Kurmany tradisce comunque un certo stupore nell’affermare che è stata una vittoria delle emozioni sui fatti, che arriva a definire “irrazionale”.
Anche dall’altra parte del mondo, in Australia, che pur sempre Commonwealth è, la notizia guadagna il titolo di testa: la Brexit viene definita «una minaccia alla sicurezza del mondo occidentale», con la Gran Bretagna che ha «scioccato il mondo e aperto un caos politico e legale». Anche qui i commenti si sprecano, ma gli strali vengono lanciati agli Usa: «Il popolo si è stufato: Hillary, sei la prossima», afferma Brian.
Dalla Russia, il “grande vicino” dell’Ue, arrivano titoli dai toni allarmistici: Utro.ru afferma che «l’Europa sta scoppiando», e arriva addirittura a pronosticare che «L’Ucraina – vicino, si sa, scomodo – sostituirà la Gran Bretagna nell’Ue» in quanto «il Parlamento ha dichiarato la sua disponibilità a prenderne il posto». Leggendo l’articolo si capisce che si tratta in realtà delle dichiarazioni di alcuni deputati, e non di un voto vero e proprio dell’assemblea; ma da queste traspare la volontà di cercare nel Vecchio Continente maggiori garanzie per la pace nel Paese. Insomma, pare esserci qualcuno che ancora crede, nonostante tutto, all’originaria volontà di mantenimento della pace che ha fatto nascere la Comunità Europea.