Brevi solidarietà
100 ANNI Buon compleanno, Crocerossine! Un annullo postale speciale ha dato inizio, nel gennaio scorso, ai festeggiamenti per celebrare i 100 anni dalla nascita del Corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa italiana, le Crocerossine. Si sono susseguite poi in tante località della Penisola numerose cerimonie. A Roma, nella suggestiva cornice di piazza del Popolo, Napolitano ha consegnato la medaglia d’oro al valor civile alla bandiera del Corpo. Era infatti il 24 ottobre 1908 quando, durante il terremoto di Messina, un drappello del neonato Corpo delle Crocerossine fu inviato nei luoghi del disastro. Da allora per 100 anni – ha ricordato l’ispettrice nazionale Mila Brachetti Peretti – le Crocerossine hanno continuato a donare la loro opera volontaria in tutte le emergenze, con lo stesso spirito e la stessa abnegazione di un tempo. Le Crocerossine hanno accompagnato la storia d’Italia e d’Europa segnata da due guerre mondiali. Si deve a loro, infatti, l’organizzazione dei soccorsi dei feriti, con l’allestimento di dispensari da campo, treni e navi-ospedale. Un esercito di donne di ogni ceto e condizione sociale, comprese regine e principesse, addestrate per fornire assistenza e conforto. Attualmente le Crocerossine sono presenti nelle missioni di pace dell’Onu. Sul territorio nazionale, lavorano negli ospedali, assistono in famiglia i malati terminali, si occupano dei malati psichiatrici. In caso di calamità, sono pronte a partire in due ore. PAROLE OFF LIMITS Lotta agli stereotipi Finalmente i lanci pubblicati nel notiziario Dires – frutto della collaborazione tra l’agenzia Dire (Canale Welfare) e l’agenzia Redattore Sociale – non contengono più la parola clandestino. Faranno eccezione solo le eventuali dichiarazioni contenute in comunicati stampa e riportate tra virgolette. Anche nella trascrizione delle interviste la parola clandestino è evitata, a meno che essa non sia ritenuta indispensabile o opportuna per chiarire il pensiero dell’intervistato o per riprodurre fedelmente il linguaggio dello stesso. Al posto di clandestino verranno usati i termini più adeguati al contesto delle singole notizie, come irregolare, migrante, immigrato, rifugiato, richiedente asilo, persona, cittadino, lavoratore, giovane, donna, uomo… Viene inoltre evitata la parola extracomunitario, tranne in quei rari casi in cui sia essenziale per chiarire aspetti tecnico- giuridici. L’iniziativa del notiziario Dires è maturata anche in seguito all’appello lanciato alcune settimane fa dal gruppo Giornalisti contro il razzismo. La parola clandestino ha sempre più assunto un’accezione offensiva e spesso criminalizzante, che rischia di estendersi a tutta la popolazione immigrata , afferma il direttore di Redattore Sociale, Stefano Transatti. L’uso di un linguaggio corretto – aggiunge il direttore di Dire, Giuseppe Pace – è sempre importante per un’agenzia di stampa, ma lo è ancora di più quando si trattano fenomeni su cui è facile alimentare paura, xenofobia e razzismo. Ogni giornalista in questo dovrebbe fare la propria parte. C.R.