Brevi solidarietà
BURUNDI Cejeka, un nobel alternativo Ventisettemila giovani iscritti. Millecinquecento che lo frequentano quotidianamente. Trecento associazioni locali con cui collabora. Sei i comuni a nord di Bujumbura in cui si svolgono le sue attività prevalenti in campo educativo, ricreativo, sportivo e sanitario. Il Cejeka (Centre jeunes Kamenge – Centro giovani di Kamenge) è una scommessa dai grandi numeri.Ma è soprattutto il luogo, che nessuno credeva possibile, in cui hutu e tutsi, ma anche batwa, cristiani e musulmani – insomma, tutte le componenti etniche e religiose di quel piccolo, infiammabile Paese che è il Burundi – potessero studiare, fare sport, divertirsi, in una parola vivere insieme. Il progetto di tre padri saveriani – Claudio Marano, Marino Bettinsoli e Victor Ghirardi – prese forma nel 1993, alla vigilia di una guerra che di lì a poco avrebbe portato alla ghettizzazione etnica, a massacri inauditi contro l’uno o contro l’altro gruppo. Il Cejeka divenne ben preso una linea di confine, un crocevia tra quartieri etnicizzati. In quei mesi terribili di violenza e sangue, i tre religiosi hanno avviato e poi condotto le attività nonostante le minacce e le accuse di essere ora pro hutu, ora pro tutsi. E molti giovani, delle due etnie, hanno frequentato il centro lavorando insieme per la pacificazione della loro gente. Oggi i quartieri settentrionali di Bujumbura si sono ripopolati grazie anche all’opera instancabile del Cejeka, che organizza campi di lavoro per ricostruire le case distrutte durante la guerra. Non si finanziano grandi opere, né si realizzano progetti di grande respiro. Semplicemente si mettono insieme le capacità e l’inventiva di ognuno, nell’obiettivo di crescere insieme nella e per la pace.Anche per questo il Cejeka si è meritato il Right Livelihood, importante premio internazionale, considerato il Nobel per la pace alternativo. (da Italia Caritas n. 3, aprile 2007). INDIA Il Festival della Luce Anmol è un progetto per ragazze e giovani a rischio coordinato dalle Figlie di Maria Ausiliatrice che operano a Mumbai (in India) per ragazze e giovani a rischio. In occasione della festa di Diwali, la festa dei colori e della luce, suore e animatrici hanno organizzato un campus dal titolo ( in sanscrito) I colori brillanti di Diwtali per i nostri diritti. Hanno partecipato millecinquecento giovanissime che, megli stand allestiti ha alcuni sponsor, hanno dipinto, giocato, cantato, danzato e prodotto manufatti. Il tema di fondo del programma era sensibilizzare circa i diritti, a volte negati, delle giovani donne e delle bambine in India. Al campus hanno preso parte la signora Staila Mehta, presidente del consiglio delle donne dello Stato Maharastra e Pandarinath e Kamble, attore teatrale di Marathi. (da Il Bollettino Salesiano, aprile 2007). MAZARA DEL VALLO Gli alberi del boss Arance, limoni e mandarini provenienti dal terreno confiscato al boss mafioso Nunzio Spezia sono stati destinati alle mense Caritas di Marsala e Salemi. E a raccoglierli, la prima domenica di marzo, è stato un esercito di volontari della fondazione San Vito, onlus promossa dalla diocesi di Mazara del Vallo per i progetti sociali nel territorio. È stata del presidente della fondazione e direttore della Caritas diocesana don Francesco Fiorino l’idea di avviare una raccolta degli agrumi nel fondo agricolo di contrada Cusa, oggi nelle disponibilità del patrimonio comunale di Campobello di Mazara (Trapani). Il sindaco Ciro Caravà l’ha fatta sua, autorizzando la raccolta dagli alberi, carichi di frutti malgrado non fossero stati curati da anni.