Brevi solidarietà

RIFUGIATI A difesa dei popoli in fuga I diritti non sono stranieri. È il nuovo corso di formazione promosso dal Centro Astalli di Roma con cui si inaugurano i 25 anni di attività dei gesuiti a favore degli immigrati e dei rifugiati. Le radici di un servizio, oggi presente in più di 50 nazioni, che vanno ricercate indietro nel tempo, quando padre Pedro Arrupe, il futuro generale dei gesuiti, presente ad Hiroshima nel 1945, ebbe modo di costatare in prima persona le indicibili sofferenze inflitte dall’uomo all’uomo. Si delineò così una speciale missione per il nostro tempo dell’ordine fondato da Ignazio di Lojola: accompagnare, servire, difendere i diritti dei rifugiati e sfollati di tutto il mondo. In Italia, questa missione ha assunto un carattere particolare e simbolico. Il Centro Astalli, fin dal 1981, ha sede nel cuore di Roma, nel seminterrato della chiesa del Gesù. Con il tempo, le attività si sono consolidate ed ampliate. Il Centro Astalli è diventato un luogo di incontro, un laboratorio di integrazione. Tanto che ogni anno in un agile volumetto sono raccontati i servizi offerti, i progetti, le tante iniziative che nel tempo si sono andate sviluppando. Ne emerge una realtà ricca e diversificata che si adegua e si modifica a seconda dei mutamenti sociali e legislativi di un paese che stenta a dare la dovuta assistenza a chi, in fuga da guerre e persecuzioni, cerca asilo. Sono presenti analoghi servizi a Palermo e Catania. STRANIERI Solidarietà 110 e lode Laurea honoris causa in scienze economiche per un parroco friulano. L’ha consegnata l’Università di Udine a don Pierluigi Di Piazza, titolare della parrocchia di Zugliano e fondatore e direttore del Centro di accoglienza per stranieri Ernesto Balducci. Imprenditore di solidarietà – spiega il rettore Furio Honsel -, Di Piazza interpreta una trasformazione dell’economia perché restituisca a tutti le pari opportunità nel rispetto delle future generazioni . Solo guardando l’economia con gli occhi impoveriti degli esclusi, dei colpiti, delle vittime; solo partecipando alla loro condizione, condividendo la loro sorte e camminando con loro in concreti progetti di liberazione si potrà cominciare ad intravedere l’alba. È questo il messaggio contenuto nella lectio dell’umile prete di Zugliano, neo-dottore in economia, ma più ancora in solidarietà.

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons