Brevi solidarietà

RAPPORTO UNICEF I bambini che nessuno vede Esclusi e invisibili . Il Rapporto Unicef 2006 sullo stato mondiale dell’infanzia non fa giri di parole per esprimere la situazione attuale, che negli ultimi dieci anni si è andata paurosamente deteriorando. Già all’inizio degli anni Novanta, si calcolava che i due terzi della popolazione sotto i 18 anni viveva in condizioni di povertà assoluta, tanto da poter affermare che la maggioranza dei bambini e dei ragazzi sono poveri e che la maggioranza dei poveri sono bambini. Circa un milione di minori sotto i 5 anni muore ogni anno per cause in gran parte evitabili. Si calcola inoltre che 6 milioni di bambini della stessa fascia di età soffrano in condizioni di denutrizione media o grave. In tutto il continente latino-americano, 44 milioni di ragazzi non hanno terminato le elementari e 12 milioni non sono mai andati a scuola. E, sempre nel continente latino-americano, circa 15 milioni di minorenni vivono sulla strada. Senza istruzione, senza appoggi familiari e senza nessuna integrazione sociale, nelle vaste aree marginali delle grandi città, questi ragazzi sono oggetto di ogni genere di sfruttamento, sul lavoro, nel traffico di droghe, nella prostituzione e nella delinquenza più o meno organizzata. Di qui la preoccupata denuncia dell’ultimo rapporto: bambini come questi possono sparire, essere presi, comprati e venduti, per essere coinvolti nei conflitti armati o nel traffico d’organi, senza che nessuno se ne accorga e, tanto meno, se ne curi. Secondo il rapporto, sono 50 milioni i bambini che non vengono neppure registrati all’anagrafe! 71 milioni quelli impiegati in lavori ad alto rischio: milioni sfruttati nell’industria del sesso. Una catena di esclusione e di emarginazione, che possono avere effetti devastanti sul futuro di interi continenti. CON I SENZA DIMORA Ogni lunedì a Roma Siamo una quindicina di volontari e andiamo dalle 20,30 alle 22,30 tutte le settimane dell’anno. Paolo Floris, del gruppo promosso dalla Comunità Papa Giovanni XXIII spiega che ogni lunedì sera parte dalla parrocchia Sant’Andrea Corsini per condividere un po’ di tempo con i barboni che alla stazione Tuscolana sono davvero molti. Sono personaggi straordinari, che stupiscono per come riescono a parlare con lucidità del loro passato e del loro presente – spiega -. Andiamo a cucinare per loro, si dialoga, si cerca di capire le loro esigenze. Molti non se la sentono di cambiare vita: c’è troppa sofferenza sulle loro spalle. Il desiderio dei volontari è di avviare una casa di accoglienza sulla scia della Capanna di Betlemme di Rimini: così da poter offrire un tetto e un percorso di reinserimento per chi se la sente. (Da Sempre, il periodico della Comunità).

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