Brevi solidarietà
INDIA Kokila e la bicicletta Vivo a Tarangambadi, in India, sul mare. Lo tsunami, quando arrivò, distrusse completamente la nostra casa e uccise mia nonna. Uccise più di 400 persone nel mio villaggio. Da allora, cominciai ad odiare quel mare che avevo amato da sempre. La gente ha sofferto molto, ma ho potuto vedere anche il lato positivo di questa immensa catastrofe. Improvvisamente, tantissime persone sono venute ad aiutarci (…). Abbiamo ciò che ci serve per sopravvivere, e forse anche di più. Ora abbiamo una nuova casa. Abbiamo il bestiame che avevamo perso. Prima dovevo camminare due miglia per raggiungere la scuola. Ora la Caritas mi ha dato una bicicletta. Quindi le cose sono diventate più facili per me. Sono riconoscente per tutto ciò. Una così forte esperienza di generosità mi ha aiutato a riconciliarmi con il mare. Anche se ci sono cose che non potranno mai essere restituite. Non potrai mai rimpiazzare una vita perduta. Ho scritto una poesia su questi miei sentimenti che è diventata molto famosa in Internet. Kokila, l’autrice di questa toccante testimonianza, ha 12 anni. Prima che arrivasse lo tsunami lavorava in una cava di pietra. Grazie agli aiuti che le sono arrivati, lei ha trovato la forza di reagire alla catastrofe che ha sconvolto la sua terra mediante lo studio e la scrittura. RUANDA Bambini come gli altri Il dvd di Wojtyla aiuta i bambini di strada ruandesi. Messa così la notizia, era difficile trovare il nesso tra un papa entrato quasi nella leggenda e le piccole vittime dell’ecatombe che ha insanguinato i Grandi Laghi. Ma la distribuzione in dvd e videocassetta della fiction televisiva Karol.Un uomo diventato papa, prodotta da Piero Valsecchi, ha contribuito a finanziare un’importante iniziativa per recuperare bambini e ragazzi di strada del Ruanda. Ben 14 mila euro, ovvero una parte del ricavato della distribuzione, è stata devoluta a Caritas italiana per sostenere il progetto Bambini come gli altri condotto dalla diocesi di Kigali, la capitale. Il progetto propone forme concrete di accoglienza ai bambini abbandonati e vittime della guerra. Fin’ora sono stati reinseriti nella famiglia propria o in altre più di cento tra ragazzi e ragazze. (Da Italia Caritas) VOLONTARIATO Carcerati per scelta Venti volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII hanno vissuto dal 14 al 17 novembre scorso nel carcere di Ascoli Piceno per condividere e conoscere la sofferenza dei detenuti. Non è stato possibile ottenere l’autorizzazione a restare in cella anche di notte, ma i volontari sono stati comunque profondamente toccati dall’esperienza. Sia pure per qualche giorno – racconta Giorgio Pieri, promotore dell’iniziativa – abbiamo potuto sperimentare cosa significa vivere in sette persone dentro una stanza di pochi metri quadrati con letti a castello a tre piani. Ma è proprio in queste circostanze che sono emersi valori umani profondi. Ci ha colpito l’accoglienza dei detenuti – continua il volontario – che hanno voluto offrirci il pranzo a proprie spese, e anche la presenza di alcuni agenti di polizia penitenziaria che operano veramente con il cuore. Resta però in tutta la sua drammatica crudezza il problema di una riforma penitenziaria che dia ai detenuti autentiche e reali possibilità di riscatto.