Brevi chiesa
CEI L’Italia del card. Bagnasco Un Paese sempre più sfilacciato, al punto da apparire ridotto addirittura a coriandoli. Paura del futuro. Senso di fatalistico declino, una sfiducia diffusa e pericolosa . Così il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, descrive l’Italia in apertura del Consiglio permanente. La Chiesa non vuole e non cerca il potere. Vuole aiutare il Paese a riprendere il cammino, a recuperare fiducia nelle proprie possibilità, a riguadagnare un orizzonte comune. Solo in questa lettura si comprendono l’invito ad aggiornare la legge 194, il no ai registri delle unioni civili istituiti a livello municipale e alla proposta di legge sul cosiddetto divorzio breve in discussione al Senato. Poi, riguardo alla manifestazione di solidarietà al papa indetta dal card. Ruini, in Piazza San Pietro per la sua mancata visita all’Università La Sapienza, Bagnasco ha parlato di straordinaria folla di fedeli e di cittadini. È la testimonianza fedele dei sentimenti forti che albergano nel popolo italiano. Il che ci induce, nonostante tutto, a guardare avanti e ad avere fiducia. UNITÀ DEI CRISTIANI Una settimana di preghiera Non dobbiamo mai stancarci di pregare per l’unità dei cristiani, perché la missione evangelizzatrice della Chiesa passa per il cammino ecumenico. Ad esclamarlo è stato il papa, che ha dedicato l’Angelus di domenica 20 gennaio alla Settimana di preghiera per l’unità di cristiani, durante la quale cattolici, ortodossi, anglicani e protestanti, coscienti che le loro divisioni costituiscono un ostacolo all’accoglienza del Vangelo, implorano insieme dal Signore il dono della piena comunione. Centinaia le iniziative promosse nelle città italiane. Tavole rotonde, veglie di preghiera, liturgie della Parola, conferenze. Segno di un ecumenismo vitale, nonostante le difficoltà. Riprendendo il discorso durante l’udienza del mercoledì, il papa ha detto: Il mondo soffre dell’assenza di Dio, dell’inaccessibilità di Dio, ha desiderio di conoscere il volto di Dio. Ma come può riconoscere questo volto di Dio nel volto di Gesù Cristo se noi cristiani siamo divisi?. EBREI E CRISTIANI L’accensione della Menorah Si è celebrata giovedì 17 gennaio la Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo ebraico-cristiano che ha avuto quest’anno per tema la terza – secondo il conteggio della tradizione ebraica – delle dieci parole rivelate a Mosè sul Sinai: Non pronunziare il nome del Signore Dio tuo invano.Moltissime le iniziative promosse nelle diocesi italiane. I vescovi di Vercelli e di Livorno sono stati accolti nelle sinagoghe e in questa seconda città, l’incontro si è concluso con l’accensione della menorah, il candelabro a nove braccia, alla quale hanno preso parte anche i rappresentanti delle Chiese evangeliche e ortodosse. Maria Chiara Biagioni GESUITI Eletto il papa nero È uno spagnolo di 72 anni il nuovo superiore generale della Compagnia di Gesù. Si chiama padre Adolfo Nicolàs: è stato eletto al secondo scrutinio dai 217 delegati di tutto il mondo. Padre Nicolàs succede al dimissionario padre Peter-Hans Kolvenbach e la sua elezione è avvenuta il 19 gennaio nella sede della Curia generalizia di Borgo Santo Spirito; segnalata dal suono della campanella, il suo nome è stato immediatamente comunicato per telefono al papa, che l’ha approvato. Per tradizione storica, il superiore generale dei gesuiti viene chiamato papa nero, perché è eletto a vita come un pontefice e anche perché è a capo del più numeroso e influente ordine religioso. C’era grande attesa per la sua nomina che rappresenta da sempre una scelta importante nel futuro della Chiesa, sia per il rilievo che hanno i gesuiti – con quasi 20 mila sacerdoti è il più numeroso ordine religioso cattolico del mondo (se si considerano separatamente le varie famiglie francescane) – sia per il ruolo che svolgono in alcune aree di speciale interesse per la Santa Sede, in particolare l’Asia. E infatti padre Nicolàs ha un percorso formativo e pastorale tutto asiatico, svolto particolarmente in Giappone. Nell’omelia di ringraziamento, seguita alla sua elezione – ha evidenziato – come la missione dei gesuiti è servire i poveri, gli emarginati, gli esclusi.