A Brescia una pasticceria per cani

Una tendenza ad umanizzare gli amici a 4 zampe che si fa largo nel mercato, mentre le contraddizioni sociali sono sempre più evidenti
ANSA/UFFICIO STAMPA

«La pasticceria per cani nasce dall’assoluta convinzione che nell’immediato futuro i nostri amici a 4 zampe diventeranno, a tutti gli effetti, membri ufficiali delle nostre famiglie, cui verranno riconosciuti diritti fondamentali ad oggi sconosciuti tra i quali la possibilità di alimentarsi, finalmente, in maniera sana»

Ai cani di Brescia ci pensa da anni questa azienda specializzata nell’alimentazione per i nostri amici quadrupedi e ora ad un mese dal Natale propone l’apertura in centro, di una pasticceria, dove in vetrina  oltre al candoro e al canettone  gourmet con anatra e arancia, si possono trovare i cantuccini con le mandorle, i «biscotondi» e la «birthday dog cake con un prezzo medio tra i 5 e i 10 euro.

E poi anche torte, preparate appositamente per il compleanno, le merendine, e tanti snack appositamente per cani sulla base di «ricette equilibrate dal punto di vista nutrizionale che contengono le vitamine e i minerali essenziali di cui il cane ha bisogno in tutte le fasi della vita».

Vi assicuro che con una presentazione così, per un attimo ho desiderato essere anch’io cane. Poi ci ho ripensato e va bene così. Quello che inquieta però e «la convinzione che nell’immediato futuro i nostri amici a 4 zampe diventeranno, a tutti gli effetti, membri ufficiali delle nostre famiglie, cui verranno riconosciuti diritti fondamentali ad oggi sconosciuti tra i quali la possibilità di alimentarsi, finalmente, in maniera sana».

Penso a Sissi la cagnetta di Bruna Rossella e Renato: una famiglia di amici. Sissi, è simpatica assai e furbissima. Quando ha sete sa che nel bidet c’è una ciotola per lei, allora va nel bagno e col musetto alza la leva del rubinetto, a ciotola riempita, sempre col musetto la abbassa e beve. Vuole bere solo acqua fresca. Domenica invece accanto a me in chiesa c’era un cagnolino piccolino che tremava. La signora se l’è messo sulle gambe e lo accarezzava, ma non bastava. Ad un certo punto col musetto ha frugato nella borsa della signora e con a bocca ha preso un foulard, la signora ha capito che voleva essere coperto. Questi come tanti altri già sono membri ufficiali delle nostre famiglie. Ma i randagi, i senza famiglia dove verranno collocati, mica tra i richiedenti asilo.

Va bene che non hanno bisogno di permesso di soggiorno, ma gli attuali canili diventeranno centri di accoglienza, di identificazione di espulsione? Guai perché ai cani ci sono troppo affezionato anch’io. Che non succeda come tra Pippo e Pluto i due cani della stessa razza probabilmente fratelli: Pippo però porta Pluto al guinzaglio, perché Pippo ha il gilet, guida la macchina, aiuta Topolino nelle indagini mentre Pluto invece si comporta da cane. Ovviamente a Brescia le reazioni non sono mancate e vanno dall’ “iniziativa curiosa e simpatica” allo “sfregio alle tante famiglie bresciane in difficoltà economica”.

 

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