Brasile e Argentina. Cosa si nasconde dietro le proteste

Una lettrice, dopo aver letto l'articolo Proteste sociali in Brasile e Argentina invita a considerare il potere dei social dietro le grandi manifestazioni dei due paesi sudamericani. Vengono usati da poteri forti per aumentare l'instabilità? Risponde il nostro corrispondente Alberto Barlocci
Brasile. Un manifestante a San Paolo

Buongiorno! Ho letto l'articolo di Alberto Barlocci, Proteste sociali in Brasile e Argentina. Credo che la sua interpretazione sia limitata quando sarebbe urgente invece capire cosa c'è dietro all'irruenza con cui alcuni poteri forti usano i buoni sentimenti e gli ideali dei giovani attraverso i nuovi media allo scopo di fomenatre conflitti e instabilità nei paesi ricchi di risorse per penetrarli a proprio vantaggio. Grazie dell'attenzione.
Valeria Sonda
 

 

Gentile Valeria,

ogni interpretazione, anche la mia, é sempre limitata. Potrá avvicinarsi piú o meno alla realtá, ma difficilmente potrá sintetizzarla in completo. Inoltre il fatto che i media o i poteri forti usino di certe manifestazioni giovanili (ma in Brasile ed in Argentina non protestano solo i giovani) o pretendano farlo, non vuol dire che riescano a cavalcarne l'onda. E infatti ció che sta accadendo sta confermando lo scontento della gente, che é reale, perché ad esempio a Buenos Aires la gente viaggia come animali, stipati in convogli ferroviari vecchi di 40, 50 anni, con le porte aperte e con un livello di pericolositá evidenziato dai 70 morti in incidenti ferroviari in meno di due anni, oltre a numerose centinaia di feriti. A Sao Paulo, andare
al lavoro in bus puó significare anche 3,4 ore di viaggio. In condizioni simili. Oppure ammalarsi puó significare lunghe code per accedere a un posto in ospedale… guardi la lista sarebbe lunga.

E ció mentre vengono spesi miliardi di dollari per gli stadi, utilizzando lo sport come vetrina commerciale, un affare riuscito a pochi, e mentre la corruzione dilaga (anche dietro gli appalti). In Argentina la presidente Cristina Kirchner non
puó spiegare come la fortuna famigliare si é moltiplicata per 46 da quando insieme al marito sono passati alla funzione pubblica. E attorno a lei, vari  altri industriali amici che hanno avuto una carriera da "sogno americano", da strillone a imprenditore di media o da modesto impiegato bancario a industriale rampante in pochissimi anni, non possono spiegare l'origine della loro fortuna. In Brasile, il processo contro i corrotti del "mensalao"  (soldi a cambio di leggi) é stato definito storico, perché per la prima volta apparivano grandi papaveri in un processo. E di corrotti non ne mancano certo.

Vede, la gente sta protestando contro tutto ció, perché avviene sfacciatamente davanti il loro naso, mentre ciascuno compie uno sforzo enorme per vivere degnamente. E non é sufficiente, come é stato fatto, proiettare il Brasile verso lo sviluppo. Esiste una esigenza di giustizia che oggi si trasforma in reclamo. Cristina Kirchner l'ha disprezzata. Dilma
Roussef ne ha colto il senso ed ha ricevuto i manifestanti e ieri ha annunciato una riforma costituzionale che permetta una maggiore partecipazione, aggravare il delitto di corruzione e una serie di patti su trasporti, salute ed educazione. Non so se si tratta di virtú o di necessitá, ma spesso ai politici si richiedono gesti, al di la di cosa pensino realmente, perché certe decisioni restano mentre i politici passano… presto o tardi.
Un saluto cordiale. Alberto Barlocci

 

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