Brasile, dove la luce si fa ricamo

Maria Voce e Giancarlo Faletti sono appena rientrati in Italia da un lungo viaggio in Brasile. L’hanno percorso da Nord a Sud. Sentimenti di “incanto”, come hanno più volte sottolineato
Viaggio in Brasile di Maria Voce

Hanno incontrato un Paese ricco di bellezze naturali, di culture diverse fuse in un unico popolo, in veloce trasformazione, ma anche attraversato da persistenti, gravi disuguaglianze sociali che provocano un crescendo di violenza, droga e morte, fenomeni che colpiscono innanzitutto i giovani. Un viaggio che la presidente dei Focolari, Maria Voce, rispondendo a chi le chiedeva un’impressione a caldo prima di imbarcarsi, ha definito con un’espressione: “Ricami di luce”. E ciò per i frutti raccolti sui diversi campi della vita sociale, politica, economica ed ecclesiale. Per Giancarlo Faletti, copresidente del Movimento, è stato «un’esperienza che segna un nuovo inizio» per l’azione dei Focolari nel Paese sudamericano. 

Sin dall’arrivo in Brasile, a Recife, dei primi focolarini provenienti dall’Europa, sul finire degli anni Cinquanta, l’impatto con la problematica sociale non poteva non essere centrale. Chiara Lubich – che più volte era approdata su queste terre – aveva indicato l’amore per i più poveri come la via privilegiata per contribuire a comporre la profonda spaccatura sociale manifesta nell’intero Paese.

Da allora molto cammino è stato fatto. Ad ogni tappa del loro viaggio, Maria Voce e Giancarlo Faletti hanno fatto perciò visita alle opere sociali ispirate dai Focolari che sorgono attorno alle tre “cittadelle” (nei pressi di San Paolo, Recife e Belem). Hanno costatato come molti operatori di tali scuole e centri sociali siano ora degli ex-alunni diventati modelli di promozione umana per gli attuali alunni.

È stata in qualche modo una sorpresa poter toccare con mano la forza di trasformazione che opera il “Vangelo dell’unità” nel Movimento ma anche al di là di esso. Come avviene ad esempio nella “Fazenda da Esperança”, nella “Casa do Menor”, nelle iniziative di “Nuovi orizzonti”, nella “Missione Belem”… Ora tutte le opere sociali sorte in vario modo per ispirazione del carisma dell’unità in Brasile e in America Latina sono legate in rete, per una loro maggiore incidenza nel tessuto sociale del continente. Incontrando i loro rappresentanti, Maria Voce riconosce: «Voi rendete visibile l’incidenza sociale del Vangelo».

Proprio da qui, dal Brasile, Chiara Lubich aveva non a caso lanciato l’Economia di comunione, un modo per intervenire alla radice del divario sociale e cercare di capovolgere la cultura consumista dell’avere in una cultura del dare. Sono centinaia coloro che sostengono questo progetto sempre più attuale. Così come sono state più di cento le persone impegnate a vario livello politico riunitesi nei pressi di San Paolo: deputati federali, sindaci e consiglieri comunali coinvolti nella difficile impresa di assumere la fraternità come categoria politica e come stile di vita, in un mondo spesso inficiato da conflitti e corruzioni. Maria Voce ha evidenziato la preziosità di «questa azione politica illuminata che mette al centro il valore della relazione incominciando dagli ultimi che con i loro bisogni gridano la voglia di fraternità». «Profeti di speranza», li ha definiti Giancarlo Faletti.

Tutto ciò ha portato alla composizione di quel mosaico variegato che è la presenza dei Focolari in Brasile, nella varietà di culture ed esperienze calate nelle problematiche più acute: migliaia di persone incontrate a Recife, Belem e San Paolo. Un vescovo presente all’incontro di San Paolo assieme a 3 mila persone, mons. Gil Antonio Moreira di Juiz Fora nel Minas Gerais, ben ha espresso l’apporto di Maria Voce e Giancarlo Faletti a questa terra: «Questo viaggio ha portato una forza pasquale al Brasile».

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