Brasile, avanti tutta!

Gente

Il Brasile è spesso sulle pagine dei giornali di tutto il mondo. Ha destato stupore che il gigante sudamericano abbia vinto l’accoppiata Coppa del mondo di calcio (2014) e Olimpiadi (2016). Come mai il Paese del carnevale, della samba, del calcio e delle belle spiagge ha raggiunto un tale traguardo? Piano piano, senza fare molto chiasso, negli ultimi 25 anni, il Brasile si è messo in marcia.

Così si scopre che è diventato l’ottava potenza industriale del mondo; che è all’avanguardia in settori quali la siderurgia, la metallurgia, la petrolchimica, l’aeronautica (quarto produttore mondiale di aerei); che ha un’agricoltura di alta qualità, in grado di esportare soia, caffè, zucchero, agrumi, cacao, cotone, legnami pregiati; che si avvicina a diventare il sesto produttore mondiale di petrolio… Come rovescio della medaglia, non va dimenticato il fiorente mercato delle armi.

 

I più attenti, poi, sanno che, nonostante la crisi, la crescita economica viaggia su livelli del 4-5 per cento annuo. La classe media cresce, il governo del presidente Lula ha creato circa dieci milioni di posti di lavoro e la Fao ha costatato che è il Paese che ha fatto uscire dalla fame il più alto numero di persone. La politica estera è sempre più vivace e positiva. La capacità di mediazione dei brasiliani è riconosciuta e perciò la sua voce è sempre più ascoltata nei vertici internazionali. Soprattutto però si sta impegnando a fondo in un lavoro di tessitura per una maggior integrazione fra i Paesi dell’America Latina e si sta muovendo bene per cercare legami commerciali e culturali, anzitutto con l’Africa ma anche con i Paesi arabi e con la Cina.

 

Un nuovo paradiso terrestre? Niente affatto. Le strutture ereditate dal passato colonialista (latifondi – schiavitù – disuguaglianze sociali) sono dure da trasformare. La riforma agraria è ancora debole, la distribuzione del reddito è ancora troppo disuguale, la corruzione è ancora una piaga della politica e dell’amministrazione e la violenza urbana (non ovunque) fa problema. Le “favelas” esistono ancora.

Ma la più grande risorsa di questo Paese è la coesione nazionale e la giovane popolazione con le sue aspirazioni di sviluppo e di libertà. Darcy Ribeiro, il più grande antropologo brasiliano, afferma che il “prodotto” nazionale più prezioso e importante sarà quello di «ensinar o mundo a viver mais alegre e mais feliz», di insegnare al mondo a vivere più allegro e più felice.

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