Bottino magro per gli azzurri
L’Italia avanza al piccolo trotto ma a punteggio pieno nel Girone H di qualificazione agli Europei di calcio 2016. Con un gol in mischia su azione angolo del debuttante centravanti Graziano di Pellè, la squadra di Conte si impone anche a Malta: per mister Antonio Conte è la quarta vittoria di fila dall’inizio del nuovo corso, nonché la terza su tre gare ufficiali, ma le ultime due uscite, contro l’Azerbaijan di venerdì scorso e Malta di ieri sera, lasciano qualche perplessità. Se contro gli azeri si era visto basso dinamismo e a risolvere il tutto era stata una doppietta dell’eroe per caso di giornata, il difensore Giorgio Chiellini, il quale aveva rimediato al proprio autogol, contro Malta se possibile intensità e qualità sono state ancora inferiori.
Il 3-5-2 di Conte tende a impastare troppo la manovra a centrocampo, inanellando una marea di passaggi orizzontali o arretrati: può andare bene in fase di gestione della sfera, non quando servirà attaccare. Trovare difficoltà tali da non impensierire più di tanto Azerbaijan e Malta deve indurre gli azzurri a cambiare marcia, come ottimamente fatto nelle prime due uscite stagionali. Contro squadre più quotate, difficilmente la solidità potrebbe bastare, a cominciare dallo scontro diretto del 16 novembre a Milano contro la Croazia. Senza allarmismi, basti ricordare i due pali colpiti dalle inzuccate di Pellè e Chiellini nel giro di un minuto ad inizio gara, la traversa scheggiata ad inizio ripresa da un errato cross di Candreva e il quarto legno beccato in diagonale da Giovinco a portiere battuto allo scadere: 1-0 a Malta rimane comunque bottino magro, proprio come già contro l’Azerbaijan.
Il pendolo della serata maltese, il giovane Verratti, ha mostrato la consueta tecnica sopraffina ma cincischiato in più di un’occasione, mentre Florenzi e Marchisio hanno spesso corso a vuoto sulla mediana, sulla destra della quale Candreva è parso un pesce fuor d’acqua. Fuori posto o fuori serata, di fatto l'Italia non ha chiuso i conti nonostante la superiorità numerica per 55' interi, agevolata dal troppo severo rosso rimediato dalla gamba tesa di Mifsud su Florenzi. In una ripresa ai limiti della sostenibilità contro il sonno, l’arbitro trovava modo per dare un senso ai taccuini espellendo Bonucci per presunto fallo da ultimo uomo al 73°: anche stavolta la scelta è eccessiva in quanto Darmian era in linea con il compagno. Anche in questo finale tuttavia, Conte gioca la carta Giovinco: il nostro “minifantasista” è l’unico a tentare un cambio di passo, ma il suddetto palo gli nega la gioia di un raddoppio che onestamente sarebbe stato anche troppa grazia per un’Italia con poche idee offensive.
Tra luci ed ombre, volendo tracciare una prospettiva di medio lungo termine, l’Italia mostra senza dubbio un’invidiabile batteria di centrocampisti, se pensiamo che a Marchisio, Pirlo e De Rossi sono pronti a subentrare Verratti, Florenzi, Candreva, Montolivo e Aquilani; il pacchetto difensivo, replica fedele degli ultimi tre anni di successi juventini, conta su un Bonucci ormai leader maturo in fase di regia arretrata, affiancato dalle certezze Barzagli, verso il recupero, e Chiellini, sempre rognoso per qualunque avversario. Fanno ben sperare le ultime prestazioni delle riserve difensive Ranocchia, Astori ed Ogbonna, mentre le corsie esterne appaiono probabilmente ancora il vero rebus da risolvere: Darmian e Candreva sulla destra non sembrano ad ora in grado di attaccare il fondo o all’occorrenza saltare l’uomo, mentre Maggio ed Abate non attraversano un buon periodo di forma; sulla sinistra Pasqual si fa apprezzare per i suoi chirurgici cross tagliati ma non è sempre impeccabile in fase difensiva né in grado di saltare l’uomo, anche se le alternative ad ora non si vedono nemmeno, escludendo De Sciglio, su cui il nostro calcio ripone le stesse grandi speranze accese dagli attaccanti battezzati da Conte per il nuovo corso, Zaza ed Immobile. Al campo, unico insindacabile giudice, le prossime sentenze.