Bottalico (Acli) indica i limiti della proposta Boeri sulle pensioni

Il referente dell’Alleanza contro la povertà in Italia non condivide l’impostazione del presidente dell’Inps per ridurre la povertà degli ultra 55 enni rimasti senza reddito, ma i problemi esistono e rilancia su occupazione e piano globale d’intervento. Intervista Al presidente delle Acli
esuberi

Secondo le reazioni più critiche, il presidente dell’Inps,Tito Boeri, ha travalicato la sua competenza agendo, di fatto, da ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale con la sua proposta di riforma che prevede tagli a pensioni medio alte e ai vitalizi per finanziare il reddito degli ultra 55enni rimasti senza lavoro e una flessibilità nella transizione verso la pensione per agevolare l’entrata dei giovani al lavoro. Abbiamo sentito Gianni Bottalico, il  presidente nazionale delle Acli che è anche il promotore dell’Alleanza contro la povertà in Italia.

 

Qual è il suo giudizio sulla concreta proposta di Boeri?

«Il piano di riforma delle pensioni presentato dal presidente dell'Inps pone problemi reali, come la necessità di non privare di un reddito le persone con più di 55 anni rimaste senza impiego, ma poi affonda la lama del coltello dei tagli non sulle pensioni d'oro, per capirci quelle che possono sfiorare o addirittura superare anche abbondantemente i diecimila euro al mese, ma sulle pensioni appena dignitose e non più adeguatamente rivalutate del ceto medio impoverito».

 

C’è poi la proposta di agevolare l’ottenimento della pensione in cambio di una riduzione nel trattamento di quiescenza.

«È improponibile la flessibilità in uscita in questi termini e cioè immaginando di far rinunciare, ovvero di prendere arbitrariamente una parte della propria pensione, per farlo andare in pensione in anticipo, ad un segmento fragile della società che spesso fa da ammortizzatore a familiari malati, disoccupati, o giovani lavoratori malpagati, o studenti».

 

Ma allora come si dovrebbe intervenire?

«Si deve evitare di alzare ulteriormente l'età pensionabile e fare politiche che creino nuova occupazione per i giovani e un piano contro la povertà che comprenda anche la fascia del bisogno di chi è prossimo alla pensione. Per questo appaiono comprensibili le ragioni del Governo di lasciar cadere la proposta Boeri, ma questa è una ragione in più per affrontare i problemi autentici che il presidente dell'Inps pone già all'interno di questa legge di stabilità».

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