Bord de mer – In riva al mare

Diretta dal francese Julie Lopes-Curval, questa pellicola vinse la Camera d’Or al Festival di Cannes nel 2002. Protagonista è la vita in un paesino grigio e appartato, sulla costa di un mare privo di attrattive turistiche. La spiaggia è ricoperta di sassi ed una fabbrica li lavora per ottenere ceramiche pregiate. Un luogo che sembra fuori dal mondo e da cui si desidera evadere. Per tradizione le persone sono gentili, ma parlano poco, quasi incupite dal vivere piatto e senza calore, come se il grigio della natura che li circonda sia penetrato in loro. Vengono in mente le storie di Bresson. Un’anziana signora non riesce a smettere di perdere i soldi alle slotmachine, le coppie sono poco convinte delle loro unioni, la protagonista rompe con il suo uomo, che distrattamente le chiede sempre le stesse cose. La visione del regista è di tipo esistenziale e si sofferma sulla normalità degli atti, divenuti abitudini, senza vere passioni né buone né cattive. Le uniche novità, che sono capaci di coagulare l’attenzione di tutti, sono una modella dalla pelle scura, fotografata su quei sassi chiari, e un pescecane, che si avvicina alla riva, evocando timori inconsci o a mala pena avvertibili da quegli animi ignari. A differenza dei film di Bresson, nell’attuale non ci sono riferimenti alla fede e viene presentato un mondo che non sembra rivolgersi a Dio, né mostra speranze ultraterrene. Tuttavia c’è la stessa pena di vivere, più o meno celata dai modi settentrionali riservati, ma descritta in toni molto più soft. Un pregio di Bord de mer sono le scelte estetiche, attraverso cui l’autore, senza retorica e voglia di scoprire a tutti i costi qualcosa di piacevole, ma anche senza drammatizzare eccessivamente, ritrae sinceramente la povertà esistenziale. La maggior parte dei personaggi, restando fedeli in qualche modo ai loro doveri, aiutati da un contesto sociale non esaltante, ma neppure privo di valori, finiscono anch’essi per realizzare il proprio destino, anche se in quella località secondaria. E ciò non è poco. Regia di Julie Lopes-Curval.

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