Bombe, diplomi e muri
1. Hollande e Cameron vanno di nuovo alla guerra, in Siria questa volta, per fermare la causa prima delle migrazioni, secondo loro. Miopia storica impressionante: a cosa sono serviti i bombardamenti in Afghanistan, Iraq e Libia? Sono stati risolutivi? Hanno solo innescato guerre infinite ancora in corso, scoperchiando vasi di Pandora che con un minimo di lungimiranza si sarebbe evitato di aprire. E poi Hollande sostiene che Assad deve andarsene: nulla dadire sul dover combattere i dittatori, ma non si è ancora capito che la conciliazione siriana passa inevitabilmente per una nuova "alleanza" contro i radicalismi estremi di tutti gli attori sul campo di battaglia?
2. Come lasciavo intravvedere nei giorni scorsi, la Germania sta dando una lezione all'intera Europa non solo sullo spirito di accoglienza, ma anche sull'intelligenza di un tale atto. La lungimiranza della Merkel sta convogliando verso la Germania i migranti più acculturati e più vicini al sentire teutonico, cioè i siriani e gli iracheni. La Germania accoglie i rifugiati di guerra, non quelli economici. Lo sostiene in un bell'articolo su La Stampa anche il politologo Ian Buruma, mentre uno studio di Federico Fubini sul Corsera mostra come si siano ripartiti in Europa i migranti laureati e diplomati: Germania, Gran Bretagna e Francia sono molto meglio piazzati dell'Italia e della Grecia.
3. Si è dimesso, anzi sembra sia stato licenziato, il ministro della difesa ungherese, Csaba Hende, dopo una riunione del consiglio di sicurezza nazionale sulla crisi dei rifugiati. Il muro da lui eretto non sarebbe riuscito a fermare gli immigrati che vengono da Sud. E' un dato di fatto, ormai: il muro, nessun muro, riesce ad essere efficace, e prima o poi si riesce a superarlo. E' una lezione. Cosa potranno fare le nostre barriere se da Libano, Giordania e Turchia si muoveranno verso l'Europa i 4 o 5 milioni di rifugiati siriani e iracheni accolti in questi tre Paesi da tre anni in qua?