Birdman ottiene quattro premi Oscar
Ecco un film da non perdere. Diretto da Alejandro Inarritu, con Michael Keaton, Emma Stone ed Edward Norton – anteprima a Venezia, ben nove candidature agli Oscar – è amaro e al vetriolo come una satira anti-hollywoodiana, ma anche come una metafora del rapporto tra arte (teatro e cinema, nel caso) e vita. Riggan Thompson è un attore che ha avuto fama con un eroe piumato (Batman) che diventa il suo alter-ego, gli ricorda il passato, dirige i suoi incontri-scontri con l’ex moglie, la figlia ex tossica, gli attori narcisi, quelli che – magnifico Norton – solo sul palco sono veramente loro stessi. La miscela di verità-falsità è al calor bianco e Inarritu si diverte estrinsecando la sua anima grottesca e surreale in cui l’ex attore ora depresso deve fare i conti con sé stesso e la vita, come una sorta di Amleto del Duemila nel delirio cinematografico che crea e distrugge non solo i personaggi, ma le persone. Ritroverà l’ex Batman, che ora s’impegna a Broadway nella pièce “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore”, (un titolo che dice tutto) la sua coscienza, cioè sé stesso?