Bimbi rom al conservatorio

Grazie alla collaborazione tra Conservatorio di Milano e Casa della Carità, a novembre partiranno dei corsi gratuiti di violino e fisarmonica per bimbi rom e di altre nazionalità, che vivono situazioni di disagio. L'obiettivo è creare un'apposita orchestra.
Conservatorio Milano

Il progetto è presentato in collaborazione tra il Conservatorio di Milano e la Casa della Carità e prevede che, a partire dal prossimo mese di novembre, gli allievi degli ultimi anni del Conservatorio, con la supervisione dei loro professori, terranno corsi di violino e fisarmonica per bambini e adolescenti dei campi rom. I corsi saranno estesi anche a bambini di nazionalità diverse, le cui famiglie già prendono parte ai progetti di accoglienza della Casa della Carità, dove si terranno le lezioni.

 

L’obiettivo, dicono gli organizzatori, è quello di formare una vera e propria orchestra che poi terrà concerti aperti al pubblico. Inoltre, l’accordo prevede un impegno comune per realizzare altri progetti volti alla promozione della cultura musicale in ambiti di marginalità sociale.

 

Durante la presentazione del progetto alla stampa, il presidente del Conservatorio, Arnoldo Mosca Mondatori, ha illustrato l’iniziativa e spiegato che: «il progetto ci obbliga a lavorare sui talenti di cui ogni ragazzo è dotato, indipendentemente dalla sua storia o dalla sua provenienza, e i talentuosi allievi del nostro Conservatorio impartiranno lezioni di musica a ragazzi che con la musica vivono da sempre, che hanno la musica dentro di sé. Il Conservatorio di Milano intende coltivare i talenti a 360 gradi e si impegna a togliere da uno stato di marginalità ragazzi che hanno potenzialità straordinarie. Il sogno è quello di mettere in relazione mondi lontani, attraverso l’universalità di un messaggio che solo l’arte sa portare».

 

Per don Virginio Colmegna, direttore della Casa della Carità e partner del progetto, questa iniziativa vuole realizzare spazi di eccellenza che siano anche laboratori di coesione sociale. «Avvicinare i giovani all’arte musicale – spiega il sacerdote – è certamente un’importante operazione culturale. Ma il fatto che una prestigiosa istituzione come il Conservatorio di Milano metta a disposizione questi corsi per i bambini di cui ci occupiamo è anche un importante messaggio alla città. Mischiare i luoghi e le persone abbassa il clima di conflittualità esasperata e permette a Milano di avere uno sguardo diverso di sé stessa».

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