Bill Viola per Capodimonte
Il video artista incontra Caravaggio in una istallazione che sottolinea l'amore per la vita e indaga sulle passioni umane.
Napoli ospita l'opera fino alla fine di gennaio
Napoli è una delle città del Caravaggio. Naturale che l’anno dedicato al grande pittore si chiuda con una rassegna a Capodimonte, che custodisce la celebre Flagellazione da lui realizzata.
Bill Viola, video artista contemporaneo particolarmente influenzato dall’arte italiana, ha voluto dialogare, con la sua sensibilità moderna, con l’esperienza caravaggesca. Ne è nata una installazione – presentata nella Sala Causa del Museo – in cui si propongono sei video di forte incisività, cinque dei quali mai presentati prima in Italia.
E’ una riflessione sulla morte, sulla vita, sul dolore e la speranza che si rivela attraverso gruppi di donne e uomini emergenti dal chiaroscuro o sotto un’acqua purificatrice. Il silenzio è necessario, anzi indispensabile davanti al dialogo Caravaggio-Viola. Unisce i due artisti, lontani nel tempo, il medesimo amore per la vita, la stessa indagine sulle passioni umane, che, se nel Merisi è gridata fino al sangue, in Viola invece più interiorizzata, ma forse per questo talora più lancinante.
Quanto Caravaggio è impulsivo e immediato, tanto Viola è una “presenza” di corpi perfetti che parlano con il loro stesso porsi. Il corpo è ciò che più lega Caravaggio e Viola. Nonostante una fisicità realistica, essi rispondono ad una nascosta idealizzazione: vengono “messi in scena” con enfasi melodrammatica, che si attutisce grazie ai contrasti chiaroscurali. Il gioco della luce e dell’ombra infatti non accentua il dramma, ma in questo caso lo smorza e fa apparire più viva l’anima.
Così Caravaggio e Viola finiscono per parlare la stessa lingua. Quella della passione per l’uomo, forte ed esclusiva.
Bill Viola per Capodimonte. Napoli, Capodimonte. Fino al 23/1 (catalogo Electa).