Bilancio e Costituzione

La crisi del debito pubblico italiano è frutto di decenni di gestione irresponsabile e i tempi di rientro saranno necessariamente lunghi.
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È importante che il Parlamento abbia avviato un iter, giunto per modificare l’articolo 81 della Costituzione, in materia di bilancio dello Stato. Occorre dare un segnale di cambiamento di rotta nell’uso delle risorse pubbliche, nel debito e nella spesa. Non è necessario, però, né opportuno che si inserisca un obbligo di pareggio di bilancio tout court, poiché sarebbe una camicia di forza per i momenti recessivi del ciclo economico. Al tempo stesso, serve un segnale forte e il Parlamento deve darlo. Occorre, infatti, tener ben presente che la crisi del debito pubblico italiano è frutto di decenni di gestione irresponsabile e che i tempi di rientro saranno necessariamente lunghi, come ben sa chi vuol perdere chili: deve cambiar vita nel quotidiano e non affidarsi a ricette magiche.
Ma perché ci siamo indebitati così tanto come Paese? Le principali ragioni sono state un uso clientelare della spesa pubblica e un cambiamento troppo veloce della composizione demografica della popolazione. L’altra sera ero in pizzeria quando una mio collega mi ha indicato una famiglia di 8 persone: 2 bambini, 2 genitori e 4 nonni. Commento: «Come potranno quei due bambini mantenere 2 adulti e 4 anziani?». Quei piccoli non sono certo responsabili dell’attuale debito pubblico, né della (benedetta) longevità, ma se oggi le famiglie non ricominciano a fare più figli il sistema di benessere (pensioni, sanità, assistenza) sarà per loro un lontano ricordo. Forse ridurremo il debito, ma con esso anche il welfare.
Fare figli, però, non è una faccenda privata: se non cambia il mondo del lavoro e la politica non interviene a sostegno delle famiglie giovani, i figli non si faranno. Perché mettere al mondo un bambino sta diventando sempre più difficile senza reti di vicinato, con nonni spesso lontani, con pochi e costosi servizi, con un mondo dell’impresa maschile che discrimina la giovane donna-madre. Non basta scrivere in Costituzione il pareggio di bilancio: occorrono nuove condizioni civili, politiche ed economiche perché l’Italia possa ritrovare un equilibrio più generale, quello della vita quotidiana, delle famiglie.

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